martedì 11 gennaio 2011

IL MORO

Ieri mi trovavo per caso a Milano, per caso mi fermo in un'edicola, per caso acquisto "Il Giorno" e cosa vi trovo? La mia faccia. E un servizione di due pagine due (impossibile da scansionare, quindi ho messo il trafiletto con la mia foto, ma solo per puro egocentrismo) dedicato a "Ludovico il Moro - Signore di Milano" fumetto storico di 112 tavole sulla vita di Ludovico Maria Sforza detto il Moro, partendo dai Visconti fino alla sua morte, sceneggiato da me e superbamente disegnato da Andrea Bodini, Paolo Bertolotti e Roberto Ali. Tutti talenti sfornati dalla Scuola del Fumetto di Milano, che ha curato l'edizione.

Il Comune di Milano, nella fattispecie l'assessorato al turismo, ha finanziato il tutto in un'ottica di promozione territoriale e riscoperta delle radici meneghine. In altre parole: avviciniamo i giovani alla storia della loro città con un mezzo alternativo come il fumetto. Scelta azzeccata, e lo dico non solo perché ci ho lavorato ma perché io per primo ho scoperto aspetti e retroscena della città a cui sono più affezionato che non mi aspettavo.

Tipo: lo sapevate che esiste un tunnel sotterraneo che collega il Castello Sforzesco alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie, fatto costruire appositamente da Ludovico il Moro alla fine del '400 da utilizzarsi in caso di fuga?

Oppure: lo sapevate che il Moro commissionò a Leonardo da Vinci non solo la celebratissima Ultima Cena, la progettazione dei Navigli e spettacolari marchingegni da party come il cavallo meccanico sonoro o la riproduzione semovente della volta celeste, ma anche una gigantesca statua equestre da Guinness, alta 6 metri e perfettamente stabile, che riproduceva suo padre Francesco Sforza in groppa a un cavallo rampante, statua che Leonardo realizzò in terracotta in attesa del bronzo per la versione definitiva, bronzo che non arrivò mai perchè utilizzato per fondere corazze e armi per fronteggiare l'immininente invasione dei francesi, francesi che distrussero la statua in terracotta quando conquistarono Milano. Un gesto talmente metaforico che non poteva non finire in arte sequenziale.

Personalmente è stata la sceneggiatura più impegnativa e affascinante che abbia mai realizzato. E per questo ringrazio non tanto i tomi di storia che ho dovuto letteralmente studiarmi quanto il giovane ed entusiasta Pietro Cuomo che dopo questa esperienza considero il più grande esperto di Storia, in particolare di Storia milanese, che abbia mai conosciuto. Una conoscenza, la sua, non freddamente didascalica né noiosamente scolastica, piuttosto una vera e propria passione verso il nostro passato. Passione che mi ha trasmesso costantemente nei mesi di lavoro dedicati al Moro e che, mi auguro, traspaia nel risultato finale.

Ma come ottenere questo risultato finale? Il fumetto è distribuito gratuitamente nelle scuole milanesi ma potete reperirlo GRATIS se andate in piazza Duomo 14, alla sede dell'assessorato.


E ora basta parlare, vai con le immagini...


PS certo che la mia foto è veramente imbarazzante, ed era la migliore che avevo. forse è giusto una tacca in più di decenza rispetto a quella che ho sul sito della scuola del fumetto. no?


copertina di Giuseppe Quattrocchi

Andrea Bodini (cap.1)


Paolo Bertolotti (cap.2 e 3)


Roberto Ali (cap.4)

10 commenti:

jac ha detto...

Lavoro sublime davvero.
Ma una copia a Scuola dici che la trovo? :D

Anonimo ha detto...

Da incorniciare!
Speriamo che la pubblicità faccia fioccare altre commesse...
Complimenti.

Carlo

Cammello ha detto...

Qual gaudio! Laudo l'aulente effigie de lo Magno Quattrocchi, altresì d'uopo l'immago della congrega inchiostratrice.
Codesta pittura sequenziale su Messer Ludovico esacrerà le terga a lo mondo.

Unknown ha detto...

jac: ma penso di sì. però devi sfoggiare tutto il tuo charme col preside, mi raccomando.

carlo: grazie! si parla già di Leonardo...ma io non ho detto nulla, eh.

cammello: laudato sii, o putrefacto cammello.

Anonimo ha detto...

Mi saluti Formigoni e la Moratti! Ormai è entrato nei giri giusti...

eMa

Giorgio Salati ha detto...

quando mi parlasti di questo lavoro ero entusiasta: anch'io sono molto interessato alla figura del Moro.

la prima volta che capito in Duomo me ne accatto una copia!

DjJurgen ha detto...

Maestro, ma non posso mancare un pò di giorni che trovo tutte queste novità??? :D
Complimenti per il progetto, sembra davvero molto interessante! Sarà mia premura prenderne una copia e, in seguito, farmela autografare dal Maestro e dal fantastico Andrea (che in teoria ha frequentato un anno di scuola insieme a me, ma in pratica non so neanche più se si ricorda di me! :P )
Complimenti a tutti, in ogni caso! Tavole davvero molto belle! :)

Unknown ha detto...

eMa: e devi vedere che party selvaggi con quei due...fiuuu, cose da pazzi...

giorgio: e io attenderò con trepidazione un tuo giudizio.

djJurgen: avrai le dediche di tutti, tranquillo!

CREPASCOLO ha detto...

Il tunnel sotto il castello è stato utilizzato in tempi relativamente recenti.

Estate 1989. Festival popolato di oscure bande metal non solo milanesi.
Il prato Sforzesco è punteggiato da post adolescenti annoiati. Sul palco '' I Re della PioGia '' - una sola G perchè si trattava di un gruppo sardo tanto male in arnese da non potersi permettere la doppia. Il lead singer non ha la stoffa del diplomatico in carriera ed esordisce dicendo che ha sentito dire che a Milano il pubblico è composto di escrementi biodegradabili di quelli che il cane del tuo vicino bastardo non raccoglie con l'apposita paletta. Non so se rendo. Il pubblico rumoreggia, ma agosto è vicino, l'afa monta e domani è un altro giorno.
The Kings Of The Beach sukkursale SS ( il piglio salutista di Charles Atlas , ora che ci penso, ha delle consonannze con il mito della purezza ariana )attaccano con il primo pezzo: Noi siamo i re della PioGia / PioGia PioGia / che Kade sulla spiaGia/ spiaGia spiaGia / la cosa non ci toCa / toCa toCa/ viviam nella bambaGia/bambaGia bambaGia.

A tutto c'è un limite, come dice spesso il mio chirurgo plastico: la folla acefala si fece onda. Karassau e i suoi sudditi guardarono verso il loro road manager che li infilò in una botola, salvandoli in extremis dall'essere impeciati ed impiumati.

Confesso che per me fu uno starting point - la smisi con la mia ossessione per il colonnello Parker e decisi che mi sarei dedicato ad altro. Avevo messo da parte qualche soldo - guadagnato accompagnando Cristina D'Avena in un trionfale tour nelle varie Legoland europee - e lo misi in una catena di tavole calde - Cris y Moros - che combina le cucine delle Ramblas e della Barbagia.
Adoro il lieto fine.

Unknown ha detto...

crepascolo: infatti. il Moro, in tempi non sospetti, aveva pensato proprio ai post adolescenti quando commissionò il tunnel segreto. cosa non ha anticipato quell'uomo?