lunedì 29 settembre 2008

COMEunPONTICELLI

TREVISO
4° PREMIO CARLO BOSCARATO

MIGLIOR DISEGNATORE ITALIANO 2008
ALBERTO PONTICELLI

“COMEunCANE”
Edizioni BD

Io non ho vinto come Miglior Sceneggiatore Italiano, ma il Cagnaccio ne esce a testa alta!

PS:
Jekyll: questa sconfitta mi stimola a scrivere sempre meglio!
Hyde: fknbljshnfkjxnhjuhrcfj


UPDATE
"Che vinca o perda, non mi importa. Sono un professionista e uno sportivo. Sia la vittoria che la sconfitta vanno accettate con moderazione."
Alberto Ponticelli - Rolling Stones Magazine

BdC vs. BdM ep.01

testi: Alex Crippa - disegni: Emanuele Tenderini


the new saga begins...

giovedì 25 settembre 2008

TV u.m.d.b.


Una giuria di straordinari gentlemen mi ha candidato come Miglior Sceneggiatore 2008 al Festival di Treviso, complice con Alberto Ponticelli di aver realizzato "COMEunCANE”.
Infatti pure Albertone è candidato, come Miglior Disegnatore ovviamente.
Si tratta del 4° Premio Carlo Boscarato.
Il Festival inizia questo venerdì 26 sera e la premiazione sarà domenica 28.

Non resta che recarmi a TV armato di sacchetto pieno di monete col simbolo del dollaro cucito sopra, individuare i giurati corruttibili e...che vinca il migliore.

martedì 23 settembre 2008

HOTEL, DOVE SEI?

Chissà perché quando viaggio con Alfio mi sembra sempre di essere in un film dei Cohen.
Soprattutto quando andiamo a presentare un nostro nuovo volume (“Le Missionnaire 2”).
Soprattutto quando viaggiamo in auto (Lancia Musa nera a gas, la “Barbamamma”).
Soprattutto quando la meta è lontana (Lione).
Soprattutto quando l’occasione è la festa dei 10 anni di attività di Bamboo Editions che invita noi, unici autori italiani, e tutti i suoi altri dipendenti a una serata di gala in un castello della Borgogna, per un totale di 300 invitati, tra parenti e amici, tali o presunti.

Sabato 20 settembre, sveglia alle 6:00.
Partenza alle 7:00 da Viale Certosa, Milano.
Io metto la macchina, Alfio il tom-tom: percorso calcolato in 511 km, arrivo previsto alle 12:09.

Et voilà: dopo 5 ore e 2 minuti di autostrade deserte, tunnel, monti e discorsi da fumettisti in cui abbiamo parlato e sparlato di tutto e di tutti (sì, anche di te!) accompagnati dalla suadente voce della navigatrice satellitare, che ogni tanto diceva la sua, la gagliardissima Barbamamma ci scarica esattamente davanti alla Libreria LA BD, dove avverrà l’incontro coi lettori.
Mi inchino davanti allo stra-potere della navigatrice, che a quel punto non mi caga più, ci rimango un po’ male, poi supero la cosa e scendo dal mezzo insieme ad Alfio (qui perfettamente mimetizzato tra i colori dei cartonati francesi in vetrina)
Sfoggiando il nostro miglior sorriso e francese, entriamo trionfanti nella libreria, io vedo una bella signora dietro la cassa e la saluto solennemente: Bonjour Patrice!
Patrice è il nome che appariva nelle brevi mail scambiateci prima dell’incontro. Ma è il nome del marito, che in quel momento non c’è.
Prima lezione: Patrice = Patrizio. Cominciamo benissimo.

Siamo i primi autori arrivati. Poi arriva il vero Patrice, un simpaticissimo omone dalla voce baritonale, arrivano gli altri 4 autori, e si va a pranzar a suon di ratatuille.
Ma in fretta, ché i fans attendono!

Attendono soprattutto l’uomo alla mia destra e l’uomo alla sinistra di Alfio.
Quando chiesi all’uomo alla mia destra, così per ridere e per passare il tempo tra una dedica e l’altra, ahahah, quanto vendesse il suo fumetto, lui rispose septmileparbleu insomma capii 70.000 (una cifra bonellianamente discreta) e sgranai gli occhi stringendogli la mano…wow, che onore! Sono nella stessa sezione di dedicaces di un best-seller-man! Lo vedevo un po’ perplesso e infatti poi mi scrisse il numero in cifre su un foglio: aveva detto 700.000… (seconda lezione)

Insomma, io e Alfio eravamo circondati da “l’uomo dalle 700.000 copie” e, a sinistra di Alfio, l’autore de “Les RugbyMen”, una delle punte di diamante di Bamboo Editions. Entrambi autori umoristici.

Terza lezione: in Francia il fumetto umoristico non tira…MANTIENE L’INTERO MERCATO FRANCO-BELGA. Alzi la mano chi non conosce Asterix e Lucky Luke (attulamente Titeuf vende 1 milione 400mila copie a volume).
È da qualche anno che lavoro per i francesi, non era proprio una novità questa…ma è stata la prima volta che l’ho toccata con mano.

Comunque anche noi abbiamo avuto la nostra fetta di fans, via. Non vendiamo 700mila copie? E certo, siamo “autori d’élite” noialtri.

Ore 20:00 : ritrovo al Chateau de Pierreclos in cima a una suggestiva collina della suggestiva campagna borgognese, tra viti e Renault. Anche in questo caso la nostra fedele navigatrice robotica non sbaglia un colpo, e io sto pensando seriamente di corteggiarla per soffiarla ad Alfio.
Una volta entrati nella corte, parte il mega buffet: i 300 invitati si danno da fare tra tartine ai gamberetti, vinazzi d’oc e cameriere sorridenti.
Alfio fa subito amicizia con un colorista (già presente alla libreria). Gli ci vogliono due drink per sostenere la conversazione ma i risultati sono più che buoni.

Come buone sono le tartine, di tutti i colori ma non di tutte le dimensioni, che vanno infatti da un minimo di un'oliva a un massimo di una carota, tutto rigorosamente salato e salsato. Delizioso. Entriamo nell’affollatissimo castello e ci ritroviamo in un salone medievale con centinaia di altre tartine e io mi trattengo perché penso: ammazza, se questo è l’aperitivo chissà la cena! (e qui Bombolo avrebbe piantato un sonoro tsk tsk!)

Secondo salone: idem. Terzo salone: idem. Quarto salone: idem.
Il quinto salone è in realtà il primo e ci accorgiamo (quarta lezione):
1) di aver chiuso un cerchio
2) quella E’ la cena

Io che, nonostante il mio aspetto, quando si tratta di cibo non ho dignità alcuna, mi fiondo disperato sulle tartine ma c’è troppa gente ed è troppo tardi…il BOSS deve fare il suo discorso: tutti nel tendone!

Per voi che non c’eravate riassumo sinteticamente le tre (3) ore di spettacolo cui abbiamo assistito: mezz’ora di discorso del giovane BOSS inframmezzato da un video auto-celebrativo della casa editrice e 2 (due) ore e mezza (1/2) di cabaret con un comico francese molto bravo e molto famoso, del cui repertorio abbiamo capito un buon 8%. Dopo il terzo bis a mezzanotte suonata avevamo davvero bisogno di un letto.

Quinta lezione: Bamboo è una casa editrice giovane che fattura abbastanza da mantenere un centinaio e passa tra dipendenti e autori. Cioè, questa è una casa editrice media francese. E fanno fumetti non formaggi.
I francesi non solo vendono meglio di noi ma sanno anche come arringare ed esaltare la folla dei propri dipendenti. Targhetta aziendale un cazzo!

Comunque, finito lo spettacolo io e Alfio ci fiondiamo su Valerie…per prendere le chiavi del nostro hotel. E’ lei che si occupa degli alloggi. Ci consegna una card magnetica con un enigmatico “CH 4” sopra (chambre 4: camera 4 ovvio!) e noi partiamo diretti alla macchina. Impostiamo la tom-tom e la sua sensuale voce ci guida nella notte decisa e sicura alla volta dell’HOTEL AKENA e la nostra agognata camera.

Che non si apre. Abbiamo una card in mano e davanti a noi una porta con maniglia tonda e serratura classica. Sulla porta il numero 4 e in giro nessuno, nemmeno alla reception. Bè, l’hotel è più un motel, un motel piccolo, all’interno di un’area commerciale totalmente deserta nel mezzo della deserta campagna borgognese. È l’una e mezza di notte. Non vola una mosca. Hanno sbagliato a darci le chiavi, cazzo.

Vi risparmio le seguenti DUE ORE perché io e Alfio una reputazione ce l’abbiamo ancora (non presso Bamboo ormai, no no) e vorremmo mantenerla.
Vi lascio con la poetica immagine di noi due che bestemmiamo nella notte contro gli hotel, le aree commerciali, il mondo, il destino, la navigatrice e la sua fastidiosissima e saccente vocina del cazzo, e un proverbio:
quando un uomo con la card in mano incontra una porta con la serratura tonda…quest’ultima va spinta.
Perché dietro di essa c’è la porta con la fessura per la card (sesta lezione).

Ore 3:30 : a letto.


Ore 8:30 : in piedi. Si torna a Milano. 511 km.
Navigatrice portaci a casa…
GRAZIE DI TUTTO BAMBOO! ALLA PROSSIMA!

lunedì 22 settembre 2008

- 7


...29.09.08...
...the world will change...
...are you ready?

venerdì 19 settembre 2008

LA MORTE MAGNETICA


WARNING: No comix stuff inside. Only for nostalgic head-bangers. Very long text.

Non ho mai tifato milan,inter,juve,ecc... a differenza di tutti i miei compagni di classe delle elementari. Mentre loro collezionavano le figu dei calciatori, io avevo l’album dei dinosauri. Ma nessuno con cui scambiare il triceratopo con lo stegosauro. Ho avuto un’infanzia difficile.

Così ho dovuto cercare altrove:
1) i miei idoli
2) i fans dei miei idoli

I miei personali campioni divennero: Silver, Massimo Mattioli, Quino, Sclavi…Indiana Jones, Michael J. Fox, Sam Raimi…Eddie Van Halen, Iron Maiden, Lars Ulrich

Lars. Grazie a lui iniziai a suonare la batteria. Grazie alla sua band ho iniziato a suonare in un gruppo, e poi in un altro e poi in un altro, con l’unico obiettivo di stare su un palco, non importa davanti a quante persone, non importa a quale caché. L’importante era suonare, esibirsi, e poi rifarlo.

Lars. Batterista/manager della metal-band che cambiò il mondo.
I 4 cavalieri di Frisco, 4 pischelli brufolosi che appena maggiorenni partorirono un disco dal titolo “Kill ‘em all” che fondeva la rabbia del punk più incazzoso alla musicalità della New Wave Of British Heavy Metal (Iron Maiden, Saxon, Diamond Head…). Era il 1983.
L’anno dopo, i 4 giovani thrashers aggiunsero un elemento nuovo ai loro violentissimi riffs: la melodia. Grazie alle personalissime linee di basso dell’immenso (e compianto) Cliff Burton, brani come “For whom the bell tolls” e “Fade to black” si sono indelebilmente stampati nelle nostre orecchie. Il disco era “Ride the lightning”.
1986: “Master of Puppets”. Pietra miliare del thrash-metal, punto di riferimento per TUTTE le metal-band future, capolavoro indiscusso e indiscutibile. I 4 ragazzini erano cresciuti (ma passavano appena il quarto di secolo…) e, consci o no, conquistarono i metallari di tutte le generazioni.

Il resto è Storia, per alcuni (bè, per molti).

Con “…and justice for all” raggiungono l’apice tecnico-virtuoso-barocco (grazie a quegli spartiti di Lars imparai a leggere e scrivere le parti di batteria).

Col “Black Album” resettano tutto e si re-inventano letteralmente (grazie a Bob Rock, il produttore del “nemico” Bon Jovi!) diventando Icone, superando i loro stessi idoli, conquistando il Mondo con un disco metal-hard-rock ancor oggi studiato dai sound-engineers e divenuto immediatamente, e di nuovo, punto di riferimento di tutte le metal-band di allora (quanti gruppi “rallentarono” le loro ritmiche abbandonando le cavalcate speed per mid-tempos cadenzati e solenni alla “Sad but true”?).

Gli anni ’90 proseguono sulla scia del successo irreversibile con due discussi album (“Load” e “Re-Load”) per alcuni un bieco e pigro adagiarsi sugli allori, per altri (come il sottoscritto) due buoni album dal sound e song-writing unico e personale (“Ain’t my bitch” e “The memory remains” potevano scriverle SOLO loro). Sarebbero stati UN ottimo album se solo fossero stati sfoltiti di almeno una decina di “brani riempitivi” (e in teoria doveva essere così).

Poi “Garage Inc.” , disco di cover dei loro miti anni ’80: questo e il glorioso ep “Garage Day Re-revisited” dell’87 rappresentano per me due dischi-feticcio che mi fanno ancora venire voglia di tornare a suonare.


E a fine secolo “S&M”, live con orchestra, oggettivamente BELLO (operazione commerciale? vaffanculo, “The Call of Chtulu” e “Master” con archi e timpani sono stupende).

Poi, vabbè…l’affaire “Lars vs. Napster” che li fece odiare da tutti (una rockstar milionaria che non vuole rinunciare a un solo disco venduto, in effetti, suona impopolare…ma il principio io lo condivido), il licenziamento del bravo Jason Newsted, l’alcoolismo di Hetfield e la sua dolorosa riabilitazione che li portarono quasi alla rottura e poi a concepire, non a caso, quella schifezza (title-track a parte) di “St.Anger” nel 2003, un’accozzaglia di riffs e ritmiche a caso, secondo la bella tradizione del mixaggio copia&incolla. Un sound volutamente povero e grezzissimo, alcuni pezzi addirittura lasciati in versione demo nel master definitivo…apprezzabile la voglia di cambiare e stupire, ma ‘sticazzi: “Kill ‘em all” era un’altra cosa. Punto.

E ora “DEATH MAGNETIC” ...
Sono presuntuoso. Ho visto/ascoltato soltanto il singolo che gira a rotazione da qualche giorno su radio, internet e mtv varie, “The day that never comes”, ma voglio lo stesso giudicare l’album prima di possederlo (in un modo o nell’altro…tendenzialmente mi piace rubare ai ricchi ma nel loro caso sono, stupidamente e affettuosamente, combattuto).

Il singolo ha la stessa identica struttura di “Fade to black”, ossia la classica semi-ballad con strofe arpeggiate, ritornello elettrico, soli prima e dopo, e coda finale accelerata e cattiva che cambia tono al pezzo. Sulla carta una figata, un ritorno alle origini e alla melodia, ma cazzo…certi passaggi (strofa>ritornello soprattutto) sono davvero troppo uguali ad allora. Questo non è auto-citarsi…è copiarsi per mancanza di idee.

Sound: bene, hanno cambiato produttore (Bob Rock è stato un grande ma ora basta) affidandosi niente popò di meno che a Rick “reign in blood” Rubin. Le chitarre hanno un suono morbido e cattivo allo stesso tempo, davvero godibili, Kirk Hammett è finalmente tornato a furor di popolo a sfoderare assoli (i soliti veloci e melodici assoli, non troppo fantasiosi ma va bene, è il suo marchio di fabbrica e ci piace), James canta alla grande, come sempre, cattivo e melodico al tempo stesso, e la batteria di Lars è massiccia, con un’ottima punta di cassa, piatti sui medi (addio fastidiosissimi alti di st.anger!) ma un rullante un po’ troppo finto-retrò che non mi convince molto, forse troppa cordiera, troppo effetto, quasi un voler attualizzare il classico rullante metal anni ’80…boh. Ma queste son fisse mie da (ex)batterista. E a proposito, a livello squisitamente tecnico...bè, dopo il “Black Album” Lars non ha più studiato! E va anche bene, perché negli anni ha comunque affinato un suo stile personale e riconoscibilissimo. Però, insomma, un po’ povero, siamo sempre lì. Non mi dà più stimoli come un tempo, che cercavo i suoi spartiti e me li studiavo…

Il basso…ma porcaputtana, hanno preso quell’asso di Robert Trujillo, il funambolico bassista funky-metal dei grandiosi Suicidal Tendencies e Infectious Grooves e non lo usano?! Su st.anger ha “suonato” il basso Bob Rock (e ho detto tutto), Trujillo è entrato nella band dopo la registrazione, io mi aspettavo cose turche su questo disco, finalmente ascolto il singolo e…dove cazzo è il basso?! Ok, non è un volume zero come il triste esordio di Newsted su “...and justice” (disco comunque imprescindibile, e poi Jason avrà modo di rifarsi nei successivi), la sua parte la fa, il pezzo sta in piedi…ma non puoi tenere a 60 kmh una Mustang truccata sul circuito di LeMans! Non si può, è immorale.

Do il colpo di grazia aggiungendo che la coda di questo pezzo è davvero infinita e inutile (cos’è, non possono più scrivere pezzi da 5 minuti? Se non ne dura 10 non va bene?) e il videoclip è un po’ penoso (e diventa imbarazzante confrontato all’altro clip anti-guerra, quel capolavoro di “One”, il loro esordio video nell’89, B/N con inserti dal film “E Johnny prese il fucile”, la storia di un sodato tornato dal fronte senza gambe, braccia, cieco, sordo e muto, che vuole morire ma le alte sfere non glielo permettono perché è un “eroe di guerra” e gli eroi non si suicidano…cazzo, quello era una mazzata, quello era essere contro la guerra!).

Mi dicono comunque di ascoltare il disco. E lo farò. Anzi l’avrò, come ho detto. Mi dicono che non è male, che alcuni pezzi sono molto validi, che c’è “Unforgiven 3” (…). Ma al momento il mio giudizio è negativo. E temo lo resterà.

NONOSTANTE TUTTO, io continuo a tifare per loro.
Perché la mia squadra del cuore sono i METALLICA.
Non si cambia squadra. La si sostiene nelle vittorie e nelle sconfitte.

Non è solo nostalgia, non è solo affetto, non è solo “il metal è morto, lunga vita al metal”.
È TIFO. Irrazionale, inspiegabile, viscerale tifo.
Non mi viene altro termine.

Loro sono la mia personale “Favola Rock”, quando ancora non solo noi ultra-30enni sognavamo di diventare Rock-Hero, ma il mondo stesso (il Sistema, lo Show-Business…ha diversi nomi) li sfornava e coccolava come figli preziosi.

Erano i tempi in cui una garage-band rozza ma con tante idee (chiare) e la voglia di sfondare (palchi e orecchie) diventò una delle band più famose della storia, indipendentemente dal genere.
Erano i tempi in cui anche 4 ventenni brufolosi della Brianza chiudendosi in una cantina tutti i sabati pomeriggio a suonare fino allo sfinimento, invece di andare a cuccare le sfitinzie, si sentivano Fighi. E si sentivano SuperFighi quando suonavano alla festa di fine anno del liceo davanti agli altri Fighi, quelli che durante l’anno cuccavano…del tipo: avete limonato tutto l’anno? Bene, noi abbiamo suonato tutto l’anno e adesso siamo su questo palco, stronzi!!!
(più avanti capii che il benessere stava in una felice via di mezzo)

Erano i tempi in cui noi ventenni brufolosi eravamo molto simili a questi altri ventenni brufolosi:



Bentornati Lars, James e Kirk.
Benvenuto Robert.
Riposa (sempre) in pace Cliff.

giovedì 18 settembre 2008

intervallo: LIONE


Questo week-end io e super Alfio Buscaglia andiamo a Lione in occasione della festa di Bamboo Editions per i suoi 10 anni di attività.
Bamboo è l’editore francese che ci pubblica la serie “LE MISSIONNAIRE” in Francia e Belgio, nonché colui che ci nutrirà e alloggerà per l’occasione.

Ospiti della libreria La Bande Dessinée (che è come chiamare una fumetteria in Italia “Il Fumetto”…) sabato 20 dalle 14 in poi Alfio elargirà omaggi grafici ai nostri numerosi ed eccitatissimi fans d’oltralpe e io, come di consueto, intratterrò tutti col mio franco-anglo-italiano. Nessuno capirà nulla, come di consueto, ma io avrò l’impressione di essere brillantissimo.

In Francia queste cose le chiamano “dedicaces”.

Settimana prossima reportage fotografico.
Senza censure.

lunedì 15 settembre 2008

LE DIMENSIONI CONTANO

Un’operazione semplice, diretta ed efficace: fumetti GIGANTI in mostra.

“Graphic Poems. Fumetti fuori scala”: nove storie brevi ideate da Bernardo Cinquetti e disegnate da Vittorio Bustaffa, Francesco Frosi, Pierluigi Ongarato, Raimondo Pasin e Stefano Tamiazzo (letterings & digitals by Marco “stay tune” Madoglio) esposte sotto forma di tavole 150 x 100 cm alla Galleria San Ludovico a Parma (Bo.rgo del Parmigianino 2/b) fino al 5 ottobre 2008.

Andateci. Io l’ho fatto e ho capito una cosa: in Italia l’unico modo per spiegare COSA sono i fumetti a chi non li fa e chi non li legge è sbatterglieli in faccia.
Considerando che autori e lettori sono figure che spesso (e tristemente) coincidono, capite l’importanza di espandere un pochino i confini…

Bernardo non solo ha avuto un’idea intelligente, ma l’ha pure sviluppata bene:
storie brevissime di 2 max 4 tavole +
sintesi estrema di testo e contenuto =
totale leggibilità

In pratica, questi ragazzacci sono riusciti a estendere il concetto di “mostra” al fumetto: non un’esposizione di tavole originali, cover, studi o storyboard, ma un’esposizione di STORIE COMPLETE che si GUARDANO e si LEGGONO. Fumetti.

Dalla drammatica alla surreale passando per l’umoristica, non puoi ignorare queste storie extra-large: basta passarci accanto, anche distrattamente, come il 90% dei fruitori di mostre&musei, per essere incuriosito da una vignetta, un baloon, uno stile, un personaggio…e poi ti bastano 10 secondi della tua vita per consumare il fumetto che ti ritrovi davanti perché è grande, grosso e con poche scritte!

Magari ne vuoi leggere un altro di quelli esposti…altri 10 secondi.
Magari questa volta ci metti 1 minuto intero, perché vuoi soffermarti di più su quel tratto così fresco o quel finale che ti ha così sorpreso.
Oppure ancora, su quel significato che ti ha così scosso ti soffermerai tutta la settimana.

Vi voltate tutti a guardare i manifestoni pubblicitari di Pittarello con quelle stangone in lingerie mentre state guidando in circonvalla col cellu all’orecchio rischiando di stirare ciclisti e lavavetri, giusto?
Bene, a Parma voltatevi a guardare questi fumetti ciccioni e non ucciderete nessuno.

Le dimensioni, a volte, contano.


tensione artistica tra Bernardo e Vittorio, colti in una classica discussione sceneggiatore/disegnatore


l'arte medieval-umoristica di Francesco Frosi, fumettista-giullar-fotografo (grazie per gli scatti!)

domenica 14 settembre 2008

MISS ITALIA 2008

Ventitreenne, alta 1,76, capelli lunghi e rossi, residente ad Acireale ma nata a Catania, Miriam Leone è iscritta a Lettere con indirizzo Arte e Spettacolo. Non era entrata nelle trenta finaliste per la fascia di Miss Italia, ma è stata "ripescata" all'inizio dell'ultima serata. E' giunta al concorso in quanto "Prima Miss dell'anno 2008": un titolo, questo, che fu anche dell'attuale ministro Mara Carfagna.

martedì 9 settembre 2008

THE WINNER is...


Leone d'oro alla 65° mostra di Venezia a "THE WRESTLER" di Darren Aronofsky.
Con Mickey Rourke nei panni di un ex lottatore di wrestling finito malissimo, che tenta di risalire la china.
Praticamente la storia personale dell'ex super-star hollywoodiana degli '80, ora super-freak.
Standing ovation per lui al Lido. Il vero Winner è Mickey.
Un'icona. Punto.
Già ai tempi di "Homeboy" puzzava di ring, alcool e sconfitta.
Già nei panni del milleriano Marv ha dimostrato di essere l'anello mancante tra eroi di carta e eroi di carne, putrefatta in entrambi i casi.
Ora conto i giorni che mi separano dalla visione in sala di questo "The Wrestler"...

lunedì 8 settembre 2008

...STA TORNANDO...


...October 2008...
...the BdC new saga begins...

venerdì 5 settembre 2008

CANONIZZAZIONE N°4

Soggetto e Sceneggiatura: Alex Crippa
Disegni e Colori: Alfio Buscaglia
...è nato...
...è vivo...
...e finalmente ha un editore italiano!
"LE MISSIONNAIRE" (Bamboo Editions) verrà pubblicato in Italia da ReNoir e presentato con rullo di tamburi alla prossima Lucca.
I due tomi cartonati verranno astutamente accorpati in un unico brossurato di 94 tavole, formato ridotto, intorno ai 10 Euro.
I colori saranno virati in seppia e alcune tavole in rosso (il perchè lo scoprirete).
Titolo definitivo, tavole seppia, tavole rosse, dettagli e ringraziamenti settimana prossima...

martedì 2 settembre 2008

NERO 3

NERO
Vol. 3: “Le Disciple”
Sceneggiatura: Alex Crippa
Disegni: Andrea Mutti
Colori: Angelo Bussacchini

Era nell’aria e ora è anche a casa mia, recapitato stamattina sotto forma di due pesantissimi pacchi postali contenenti le venti (20) copie omaggio che mi spettano.
Disegni di Andrea "Red" Mutti e colori a mano (cosa ormai più unica che rara) di Angelo "Coppi" Bussacchini. Io l'ho scritto.

Sto parlando de “Il Discepolo”, terzo (e probabilmente ultimo) capitolo della mia serie noir esplicitamente intitolata NERO (nel senso di Giuliano NERO, il detective privato protagonista) pubblicato dalla francese Casterman.
Capitolo che ora, fresco di stampa, fa bella mostra di sé nelle librerie di Francia e Belgio.

E in Italia? chiederete tutti voi.

In Italia i primi due volumi “La quinta vittima” e “Arhangelsk” (cliccateci sopra per info...e cliccate nella colonna a destra per ordinarli) furono pubblicati da EdizioniBD.
Questo terzo volume…boh?!
Il pesante e costoso cartonato francese non tira molto da noi. Ciò che là costa €10, da noi purtroppo lievita a €15. Legge di mercato, si chiama. Mi pare. Non chiedetemi di spiegarla.
Le soluzioni sono due: 1) ri-adattarlo in un formato più economico; 2) non pubblicarlo

L’ipotesi più rosea è che vengano ristampati i primi due volumi e abbinati a questo terzo inedito in un unico brossuratone da 162 tavole al prezzo di uno.

Ma noi siamo scienza, non fantascienza.
O studiate il francese o vi attaccate!!!

PS: per chi ha letto i primi due capitoli e vuole sapere come prosegue la serie, spoilerò volentieri la trama di questo n°3…