lunedì 31 marzo 2008

BOLOGNA fiera


domani sarò tutto il giorno a Bologna alla fiera del libro per ragazzi, come da foto.
qualche appuntamento, qualche piadina, qualche rimpatriata.
e sì, anche del gran tuning.

domenica 30 marzo 2008

CARTUMICS milano fiera


ma sì, è stato bello.
comics, graficnovelas, mangas, games, puppets, peluches, action-figures, shit-figures, cosplayers, stands, standinisti, lucaenoch, squole, fighi&fighe, katanas e birra al tappo.
però la cosa più affascinante, come sempre, è dare un volto e un corpo ad amici e amiche che conoscevo solo come icone siti-blogghistiche.
perchè dietro quei pixel c'è un'anima.
e un cuore.
e cervello.
fegato e reni.
milza, un etto.
e tanta, tanta carne.

mercoledì 26 marzo 2008

CRIMINAL + THE SECRET (leggo anche fumetti)

ebbene, scrivo fumetti perchè li leggo da sempre (ma sempre meno, purtroppo) e ho aperto un blog che dovrebbe trattare soprattutto questo: il fumetto.
anche cinema, musica, videogame (al più presto e da perfetto inesperto) e stronzate varie, però ho deciso di dimostrare che non sono un fottuto snob e che i fumetti, in fondo, mi piacciono molto, poco, dipende, e che so anche discutervenecisivi. non solo dei miei!

consideratele come chiacchiere da bar, davanti al penultimo amaro della notte, l'ultimo lo offro io (potrei scrivere i testi di ligabue, il cantante), ma sostituite le parole:
"governo", "donne", "milan", "tasse", "dio", "juve", "zoccola" e "la nuova kompressor slk"
con:
"noir", "horror", "pulp", "indy", "bonellide", "comics", bd", "saga", "mini-serie", "one-shot", "spoiler (dell'slk)", "supereroistico", "citazione", "plagio", eccetera eccetera...


CRIMINAL: "Codardo"
scritto da Ed Brubaker, disegnato da Sean Phillips

classicissima crime-story all'americana, con la classica rapina, i classici cattivi veri, buoni finti, poliziotti corrotti, infiltrati, non infiltrati, sparatorie e inseguimenti. e fin qui tutto ok, mi piace, mi è sempre piaciuto ma...bho, forse sto invecchiando, forse ne ho lette troppe di storie così, ma mi manca qualcosa...qualcosa non dico di assolutamente nuovo, ma almeno di non già visto 200volte.

sono, come sempre, combattutto. combattuto tra il godimento per un genere e un linguaggio che adoro e la noia per lo stesso. c'è una guerra dentro di me, perchè se avessi letto questa mini-serie "Codardo" del ciclo Criminal 10 anni fa, sarebbe sicuramente stato uno dei motivi per cui avrei iniziato a scrivere fumetti: tempi perfetti, colpi di scena perfetti (quello finale mi ha abbastanza spiazzato, bravo Brubaker), ottima regia della tavola, le scene filano liscie che è un piacere e ogni inquadratura è terribilmente e splendidamente funzionale alla gretta economia della fottutissima storia. e: dialoghi secchi, ritmatissimi, non un baloon sprecato.

bravo anche Phillips, col suo stile essenziale, dinamico, fluidissimo e, ancora, al totale servizio della storia. fanculo i virtuosismi, qui si legge e si guarda una violenta storia di criminali, punto.

insomma, tutti elementi che in teoria premio, ma in pratica non riescono (più) a sollazzarmi come dio comanda. colpa mia o di un genere che non sa rinnovarsi?

e, se lo facesse, non sarebbe più il cazzutissimo hard-boiled, noir, crime, pulp che tutti amiamo?

JECKILL: figata, si divora dalla prima all'ultima pagina, e poi il protagonista non è il solito criminale pazzo e spietato ma appunto un codardo, uno prudente, che preferisce pensare prima di sparare. c'è anche un tocco metalinguistico davvero carino (le vignette di "Frank Kafka, investigatore privato").

HYDE: eccheppalle!




THE SECRET
scritto da Mike Richardson, disegnato da Jason Shawn Alexander

amo l'horror, il macabro, tutto ciò che riesce a inquietarmi in qualche modo. quindi questa storia mi è piaciuta. peccato sia solo un esercizio di stile: un piccolo, orribile, fatto raccontato in maniera esemplare resta comunque un piccolo fatto.

se fosse cinema, sarebbe stato il miglior episodio di un attuale "creepshow" o "i tre volti della paura". o, allungando il brodo (ma neanche tanto), un buon clone dei vari + o - recenti "wolfcreek", "so cosa hai fatto", "them", "alta tensione" eccetera, per toni, semplicità e compatta unità di tempo/luogo/azione.
se fosse rock, sarebbe l'ennesimo disco degli AC/DC: so esattamente cosa aspettarmi, ho già tutti gli altri 15 dischi uno uguale all'altro, ma non resisto, lo compro, lo infilo nell'autoradio e lo ascolto finché non sono saturo. poi, dopo un anno, ricomincio ad ascoltarlo periodicamente come tutti gli altri.

lo sceneggiatore indugia un pochino verso la fine, come a voler forzatamente ritardare l'orgasmo della scoperta finale, che in sé non è così eclatante, anzi un pò prevedibile (per chi ha un immaginario horror anni '70 e '90), così come la catarsi finale, abbastanza prevedibile anch'essa, ma è proprio questo che ci piace.

l'epilogo stesso è prevedibile nella sua circolarità, quindi perchè mi è piaciuto? perchè, ribadisco, è raccontato davvero bene, col giusto ritmo e quelle, pochissime, info e scoperte rivelate al momento giusto, ritardate quel tanto che ti invoglia a girar pagina e andare avanti fino alla fine. che non è da poco, di questi tempi e dopo 20 anni di letture e visioni similari.

disegni: pittorico quanto basta, mai fine a sé stesso, e molto molto coerente per tutte e 106 le tavole, non c'è mai un calo di tono nè una distrazione cromatica sia nelle scene di puro dialogo sia in quelle di pura atmosfera (davvero molto azzeccate). senza soluzione di continuità stilistica, insomma. buona sintesi nel tratto che dona scorrevolezza e chiarezza alla lettura sia delle sequenze sia delle tavole. a volte un pò troppo sfacciatamente fotografico.

però, però...quel retrogusto di insoddisfazione, seppur minima, me l'ha lasciato anche questa mini-serie americana. gli americani si confermano e riconfermano narratori di razza, sia gli sceneggiatori che i disegnatori. non hanno rivali in fatto di ritmo, gestione dei dialoghi, fluidità generale. ma spesso peccano di contenuti...mi raccontano poco o già visto! non so, non riesco più a godere solo del COME, ho sempre più bisogno anche del COSA.

l'annoso, sempiterno, intrigante, fastidioso, affasciante, arrogante dilemma del COME vs. COSA...

martedì 25 marzo 2008

COMEunCANE propaganda n°1


inizia ufficialmente la campagna elettorale "Vota Monco".

per le prossime due settimane, un pò esplicitamente un pò subliminalmente nella colonna a destra, pubblicizzerò il tour mondiale di COMEunCANE, che vedrà me e Alberto Ponticelli presentare la nostra creatura un pò qui e un pò là, tra fumetterie, librerie, fiere, bar, stadi, appartamenti, supermarket, ottici, sale d'attesa, e sì, anche emittenti televisive locali.

per ora, in pillole:

- venerdì 28 e sabato 29 marzo CARTOOMICS di Milano, stand EdizioniBD

- lunedì 7 aprile a TREVISO, Fumetti in TV

- venerdì 11 e sabato 12 aprile a GENOVA, Fumasci

lunedì 24 marzo 2008

SERIE TV la mia top-ten


dopo i B-movies, a gran voce e a furor di popolo, i miei amici immaginari mi chiedono quali siano le mie serie tv preferite di sempre. bè, amici, questa è la mia lista, in ordine + o - cronologico:
- DIMENSIONE ALFA: ho vaghisismi ricordi dalla mia infanzia remota, ma so che: una famiglia media americana in visita in una piramide egiziana trova un varco per un altra dimensione, ovviamente ci finisce dentro e si ritrova in un mondo alternativo pseudo-futuristico-post-atomico dove, chissà perchè, un uomo cattivo tipo capo-della-polizia-cattiva li vuole uccidere. la seguii tutta con tremenda angoscia e immedesimazione e ricordo che nell'ultimo episodio riescono a ritornare sulla terra con mio gran sollievo. ricordo anche che i protagonisti notarono solo allora la piramide che c'è stampata sui dollari e tutti conclusero: "ah, ecco perché..." Ai tempi mi sembrò molto plausibile come spiegazione. (si accettano info)
- HARDCASTLE & McCORMICK: la miglior coppia tamarra 80esca di sempre. giudice in pensione (preso in prestito da "3 nipoti e 1 maggiordomo") + giovane galeotto che, tra marcire in carcere e vivere sotto custodia in una lussuosa villa con fuoriserie di serie (la tamarrissima Coyote X), decide per la seconda. indagini all'acqua di rosa, humor, gran salti e sparatorie...che vuoi di più?
- TWIN PEAKS: bè, Lynch. i primi 4 (mi pare) episodi sono diretti direttamente da lui e sono una delle miglior cose che abbia partorito nella sua carriera. mai visione più originale fu vista prima di allora in tv. peccato che alla lunga si perde, perde fascino e non sa più da che parte parare...a metà della seconda serie ho mollato. nel mio mondo perfetto voglio credere che abbia mollato anche Lynch (di guardarlo).
- THE KINGDOM 1 e 2: non quello di Stephen King, che l'ha scopiazzato o sa dio cosa, parlo dell'originale di Lars Von Triers, saga ospedaliera vista in Italia tutta d'un botto (la prima stagione, 8 episodi) in pochissimi cinema anni fa e poi solo in dvd (la seconda, rarissima, solo sottotitolata). trattasi della serie più grottesca, sarcastica, cinica, horror, surreale della storia della tv.
- LOST: impossibile generare un commento che non sia già stato scritto in un blog, forum, sito o sentito a una convention, fiera, piazza, bar sotto casa. quindi, io sono d'accordo con chi ha gridato al miracolo nella prima stagione, ha seguito la seconda con un sorriso sempre più forzato sul volto e ha continuato a chiersi "perchè?!" durante la terza. non so come vedrò la quarta.
- OZ: brutal-real-extreme. ho visto solo la prima stagione, ho tutte le altre da recuperare, ma cazzo mi è sembrato di stare in carcere per due giorni. messa in scena perfetta, situazioni e personaggi estremi ma credibilissimi, tensione e ritmo al top. davvero notevole.
- DR.HOUSE: la classica serie che potrebbe reggersi tranquillamente solo sul protagonsita e invece offre anche buoni/ottimi plot, con scene anche piuttosto forti (l'ustionato ho fatto un pò fatica a guardarlo, confesso). c'è chi lo odia, io lo trovo irresistibile.
- SIX FEET UNDER: la medaglia d'oro la do a questo capolavoro della HBO, stesso produttore di OZ. alla fine non sono altro che le vicende di una famiglia di becchini, ma lo stile e i toni sono eccezionali, sempre in bilico tra schiettissimo realismo e sfacciato surrealismo, e il format stupendo (prologo con morto/cliente che lancia il tema della puntata). a proposito di temi, tra tutti i personaggi vengono toccati praticamente tutti gli argomenti più scabrosi, umani e meno televisivi che si possa immaginare.
- MY NAME IS EARL: ne ho viste poche ma ho goduto come un riccio...idea semplicissima, easy listening, esilarante, da consumare come noccioline.
- CALIFORNICATION: l'ho appena iniziato ma è fichissimo. grande Duchnovy (com'è che si scrive?), scrittore col blocco, trasandato, alcolizzato, sessuomane e "deportato" da N.Y. a L.A.
A raccontare le sue avventure suonerebbe volgarissismo, in realtà è molto ironico e profondo. uno spasso.

sabato 22 marzo 2008

giovedì 20 marzo 2008

B-MOVIES la mia top ten



e ora, assolutamente gratuita, ecco una lista di alcuni tra i miei film di serie B preferiti di sempre.



1 – La Casa (1983) di Sam Raimi
Perché: virtuosismi di regia, neologismi di inquadrature, splatter estremo, un cartoon in carne, ossa e sangue.

2 – Bad Taste (1987) di Peter Jackson
Perché: il cattivo gusto come stile estetico/cinematografico, un capolavoro del cinema fai-da-te.

3 – Il Cameraman e l’Assassino (1992) di Belvaux, Bonzel, Poelvoorde
Perché: disturbante, metalinguistico, il miglior docu-fake di sempre.

4 – Milano odia: la polizia non può sparare (1974) di Umberto Lenzi
Perché: violenza pura e allo stato brado, un Tomas Milian cattivo come pochi.

5 – Zombie (1978) di George A. Romero
Perché: perfetto bilanciamento tra metafora sociale e horror di puro godimento, voglio barricarmi anch’io in un centro commerciale a sparar zombi.

6 – Tetsuo (1989) di Shinya Tsukamoto
Perché: ultra-sperimentale nella forma e nel linguaggio (stop-motion, montaggio frenetico, B/N saturo), unico.

7 – El Mariachi (1992) di Robert Rodriguez
Perché: minimo budget per massimo risultato, montaggio/inquadrature/ritmo da fumetto, chitarre, pistole e mex-ploitation.

8 – Sette Note in Nero (1977) di Lucio Fulci
Perché: giallo soprannaturale con un pazzesco ribaltone finale, un rovesciamento a 180° del punto di vista (20 anni prima di Shyamalan).

9 – La Cosa (1982) di John Carpenter
Perché: claustrofobia, virusfobia, freddo polare ed FX sconvolgenti ancor oggi, alla faccia del digitale.

10 – Project A (1981) di Samo Hung
Perché: regia e sceneggiatura al completo servizio della coreografia e degli stunt di un giovane e incosciente Jackie Chan (che va in coma per uno, si riprende dopo pochi giorni e continua le riprese).

lunedì 17 marzo 2008

IL CARTONATO rien ne va plus!

caretteristiche tecniche: cm. 23 x 30 (media), tav.46-54, € 12-15, kg 0,55
arrivato a quota 8 cartonati francesi pubblicati o in via di, prendo atto che questo ingombrante, lussuoso, pesante, elegante, costoso formato a fumetti proprio non funziona in ITALIA. non vende. non tanto, intendo, altrimenti non ci camperei e/o non insisterei in quella direzione con progetti più o meno già piazzati.
ok, ora pubblico soprattutto per KSTR, ala alternativa della conservatorissima Casterman, che fa solo le "famigerate" graphic-novel (chissà perchè sta diventando un insulto...è solo nome, come Al Capone o Will Eisner)...
...ok, il mio caché è in euro francesi...
...ok, faccio anche qualche lavoretto a casa mia...
...però, gira e rigira, bene o male, com'è come non è, bianco e nero, rosso e verdone, io e un tot di altri colleghi da anni ci lavoriamo con quel formato.
le domande che mi pongo sono due:
1- in Italia siamo più poveri? Per questo compriamo solo bonelli da € 2,70, manga da € 4 o comics da € 10?
2- in Italia siamo diversi? Per questo non percepiamo come fumetto qualcosa di poco portatile e rigido, forse più assimilabile a un libro illustrato o altri ibridi succedanei?
cordialement,
Catherine Deneuve

venerdì 14 marzo 2008

100ANIME live in BergamoCity


SABATO 15 MARZO, ore 15:00 - FUMETTERIA ARCADIA (BG)
ALEX CRIPPA & ALFIO BUSCAGLIA
presentano
la TRILOGIA di 100ANIME
la prima volta non si scorda mai...
"100anime" è il primo lavoro che io e il disegnatore eclettico Alfio Buscaglia piazzammo in Francia nell'ormai lontano (?) 2003. Ai colori Emanuele "FX" Tenderini.

tre menti per tre volumi:

1- "La Città dei Dannati"

2- "Vittime"

3- "Il Traditore"

vi si narrano le iperboliche avventure di NèdNama, demone doppiogiochista che deve recuperare i 100 dannati del titolo fuggiti dall'Inferno e finiti qui sulla Terra (precisamente nella Milano da bere). per risolvere il problema costringerà tre ragazze ad aiutarlo, altrimenti dovrà affrontare la collera di Lucifero in persona...
inossidabili, insistiamo a proporveli domani a Bergamo in occasione del BD-day, l'evento organizzato da EdizioniBD (l'editore che pubblica in Italia le mie robe francesi) che vede vari nobili autori presentare le loro nobili opere sparsi in fumetterie di tutta Italia, da Torino a Reggio Calabria.

forse non tutti sanno che:
- io e Alfio abbiamo partorito il progetto quando abitavamo insieme a Milano, noi provinciali alle prese con la grande città, e l'appartamento in cui vanno a vivere le tre ragazze protagonsite è proprio il nostro ex-appartamento.- lo spunto che dà il via a tutta la vicenda è autentico: appartamento sfitto causa inquilino scomparso. si chiamava Claudio C. (non me la sento di dire il cognome, non si sa mai). l'affitto era così basso che noi provinciali ci siamo fiondati alla grande, incuranti di maledizioni e ritorni zombeschi. anzi, noi si sperava nella classica valigetta piena di dollari, ma trovammo solo qualche moneta sotto il divano.
- per l'ordinamento infernale e la tipologia di dannati mi sono ispirato direttamente all'Inferno Dantesco, il mio horror-classico preferito.
- l'altro centinaio di aneddoti/curiosità ce li potete chiedere direttamente a BG (o in questo blog).

e ora un pò di immagini sparse:





giovedì 13 marzo 2008

JOE STRUMMER dovrei restare o dovrei andarmene?


il leader/mente dei Clash è morto il 22 dicembre 2002. ricordo ancora l'annuncio mattutino su radiopopolare, quasi in diretta. la sua voce, i suoi testi, la sua musica sono stati, e sono ancora, una delle colonne sonore della mia vita.
ieri ho visto "The future is unwritten" documentario a lui dedicato, del veterano Julian Temple. un buon modo per ricordare e ribadire chi era, ricordare la forza e la determinatezza che ha portato i Clash alla fama mondiale, il loro impegno politico, il coraggio musicale di nascere punk e poi sapersi reinventare, la testarda coerenza con sè stessi, poi il sofferto/improvviso ritiro dalle scene e infine la rentré diginitosa, ma in punta di piedi, coi Mescaleros.
vedere Strummer post-40enne che distribuisce sorridente flyer del suo concerto (coi Mesc) a ragazze per strada che neanche lo riconoscono è un esempio di stile e di vita: una leggenda rimane una leggenda, sempre e comunque. alla fine Joe l'aveva capito: l'ego invecchia, la musica rimane.
quindi sì: dovresti restare. anzi, non te ne sei mai andato.

martedì 11 marzo 2008

PERSEPOLIS la vittoria della sottrazione



Proprio come il fumetto medesimo, anche il film della Satrapi (prodotto e diretto in Francia) è un supremo esempio di sintesi vincente: stilistica, contenutistica, registica.

Un gioiello di chiarezza e semplicità estetica, con trovate grafiche emozionanti (le morti in silouette, i tagli di luce nettissimi, due righe per occhi-naso-bocca a formare visi mai così espressivi) e un grande ritmo dato non solo dalla presentazione degli eventi in sé ma da un'autentica capacità di narrare per sottrazioni. basta una singola inquadratura per rendere tutto l'orrore della repressione di un regime: un gruppo di persone bendate rivolte a noi che cadono una dopo l'altra abbattute da proiettili invisibili ma letali come l'intolleranza.

Furba ma coraggiosa (e coinvolgente) la scelta del B/N in un lungometraggio d'animazione destinato alle sale: il tutto è un racconto in flashback della giovane protagonista che ricorda la sua infanzia e adolescenza all'interno di un aeroporto francese (unica location a colori) prima di decidersi a uscire e cominciare la sua nuova vita, lasciandosi completamente alle spalle i suoi cari e il suo mondo ("la libertà ha un prezzo").


Un paio d'anni fa mi accostai al fumetto con pigrizia e stupido pregiudizio che ho spesso verso le opere impegnate e pluripremiate. prediligo le opere di intrattenimento esplicito con contenuto profondo che però ti devi sforzare tu di trovare.
Persepolis è il contrario: ti sbatte in faccia la realtà dell'Iran estremista degli anni '80 tra bombardamenti e torture ma senza mai perdere il punto di vista sanguigno, ironico e dirompente dell'autrice/protagonista, una ragazzina viva e incazzata che ha bisogno di miti (prima dio, poi marx) ed eroi (lo zio martire ribelle) per sopravvivere e crescere nel mondo. non solo in "quel" mondo, ma nel mondo in generale. e ne ha per tutti: musulmani misogini, ribelli ostinati, suore opprimenti, anarco-nichilisti figli di papà, cani arrapati...

Nel fumetto come nel film l'ironia è amara ma onnipresente. e irresistibile. credo sia stata questa l'arma più forte che ha permesso a Marjane non solo di sopravvivvere ma anche di mettere su carta quello che ha vissuto e mostrarlo al mondo. nel linguaggio semplice, forte e sintetico proprio del fumetto e, a volte, del cartoon. un linguaggio che vive di continue sottrazioni (taglia 'sto dialogo, togli 'sta vignetta, non ci sta nelle pagine, accorcia, taglia e cuci!!!) ma che da esse trae la sua espressività e bellezza.

un linguaggio che, a volte, arriva a tutti.

giovedì 6 marzo 2008

CAMERA A MANO con vista gore


sti. cazzi.
dopo The Descent voto Rec per la miglior "tensione in un horror-movie degli ultimi 10 anni".
insostenibile.
arrivate fino all'attico, se avete coraggio...
bravi Balaguerò/Plaza. fanculo Darkness/Nameless (Fragile bellino).
astenersi deboli di stomaco (anche per le riprese, mai alla cazzo in realtà)

NOTA: "il cameraman e l'assassino" ha dato il vero via al filone docu-fake ("mondi" a parte, che non son film) e non "Blair Witch". a dir il vero, l'Olocausto Cannibale sarebbe il primo, ma ho troppe riserve su quel titolo...

lunedì 3 marzo 2008

MANTOVA COMICS lambrusco e pon-pon



VERSIONE JECKILL
è stata la mia seconda volta e confermo le impressioni della prima: una fiera piccola (relativamente) e giovane (3° edizione, mi pare) ma ben organizzata e interessante. abbastanza editori presenti, cos-player nella norma, flusso medio di gente (il sabato. gli altri giorni scarso, mi dicono) e ospiti "trasversali" di super-spicco. l'anno scorso erano Valentino Rossi + Manara, quest'anno è toccato a Ligabue + Casali&Camuncoli che presentavano la versione a fumetti del suo libro "la neve se ne frega". la cosa ha attirato parecchia gente e sicuramente questo fa bene alle vendite del fumetto in questione. e, magari, anche alle vendite del fumetto in generale, in un periodo di austerity-extreme come questo. attirare l'attenzione con ogni mezzo su qualcosa che, di solito, di attenzione ne ha poca o nulla dovrebbe fare bene. o, almeno, non male.
per il resto: qualche rimpatriata, qualche acquisto (ripongo parecchie speranze in Brubaker e il suo "Criminal". appena leggo, posto), qualche public relation che fa sempre figo e qualche firma sui miei prodotti, che fa più figo ancora. non ho crampi alla mano destra, comunque.

VERSIONE HYDE
l'anno scorso ho conosciuto Brian Michael Bendis, uno dei migliori sceneggiatori di fumetti americani e del mondo, secondo me. è anche parecchio famoso. leggetevi "Powers". era sullo stesso palco che due giorni fa ha accolto il Liga davanti a una folla discretamente oceanica. Davanti a Bendis c'erano 12 persone (non è un modo di dire) me compreso. aveva tutto il diritto di alzare i tacchi e andarsene a suon di luoghi comuni sull'Italia-pizza-mandolino e invece è sceso dal palco, è venuto da noi, ha preso una sedia e ci siamo messi tutti in cerchio a parlare con lui, di lui, di fumetto, di cinema. con una bottiglia al centro si poteva anche giocare al gioco della bottiglia. ora: costui è un eroe e questo è il fumetto. puoi essere uno dei migliori, uno dei più famosi, pubblicare in tutto l'universo, andare in un festival che parla di te e del tuo mondo e ritrovarti a giocare a bottiglia. non è un brutto gioco, ma devi avere le palle quadrate per fartelo piacere (chiedetelo a chi ha limonato una tipa che aveva appena mangiato un torrone). io spero davvero che Rossi o Liga portino più attenzione verso il gioco della bottiglia, ma vedendo la folla di gente che è entrata e uscita in perfetto sincrono con l'entrata e uscita del Mediano più famoso della musica italiana, nutro qualche dubbio. non mi sta sul culo lui, ha fatto cose belle (pur non strappandomi i capelli per il suo genere) e Radiofreccia aveva il suo bel perchè. il "suo" fumetto non l'ho preso pur ammirando il duo Camuncoli/Casali perchè, appunto, non mi strappo i capelli per Ligabue. è sicuramente un buon prodotto, non ho dubbi e comunque non posso esprimermi perchè non ce l'ho. ma quanti fans di Liga che l'hanno comprato compreranno altri fumetti degli stessi autori o di altri? Lo percepiranno come fumetto o come l'ennesimo gadget del loro cantante preferito?