lunedì 31 marzo 2008
BOLOGNA fiera
domenica 30 marzo 2008
CARTUMICS milano fiera
mercoledì 26 marzo 2008
CRIMINAL + THE SECRET (leggo anche fumetti)
CRIMINAL: "Codardo"
scritto da Ed Brubaker, disegnato da Sean Phillips
martedì 25 marzo 2008
COMEunCANE propaganda n°1
inizia ufficialmente la campagna elettorale "Vota Monco".
per le prossime due settimane, un pò esplicitamente un pò subliminalmente nella colonna a destra, pubblicizzerò il tour mondiale di COMEunCANE, che vedrà me e Alberto Ponticelli presentare la nostra creatura un pò qui e un pò là, tra fumetterie, librerie, fiere, bar, stadi, appartamenti, supermarket, ottici, sale d'attesa, e sì, anche emittenti televisive locali.
per ora, in pillole:
- venerdì 28 e sabato 29 marzo CARTOOMICS di Milano, stand EdizioniBD
- lunedì 7 aprile a TREVISO, Fumetti in TV
- venerdì 11 e sabato 12 aprile a GENOVA, Fumasci
lunedì 24 marzo 2008
SERIE TV la mia top-ten
sabato 22 marzo 2008
giovedì 20 marzo 2008
B-MOVIES la mia top ten
e ora, assolutamente gratuita, ecco una lista di alcuni tra i miei film di serie B preferiti di sempre.
1 – La Casa (1983) di Sam Raimi
Perché: virtuosismi di regia, neologismi di inquadrature, splatter estremo, un cartoon in carne, ossa e sangue.
2 – Bad Taste (1987) di Peter Jackson
Perché: il cattivo gusto come stile estetico/cinematografico, un capolavoro del cinema fai-da-te.
3 – Il Cameraman e l’Assassino (1992) di Belvaux, Bonzel, Poelvoorde
Perché: disturbante, metalinguistico, il miglior docu-fake di sempre.
4 – Milano odia: la polizia non può sparare (1974) di Umberto Lenzi
Perché: violenza pura e allo stato brado, un Tomas Milian cattivo come pochi.
5 – Zombie (1978) di George A. Romero
Perché: perfetto bilanciamento tra metafora sociale e horror di puro godimento, voglio barricarmi anch’io in un centro commerciale a sparar zombi.
6 – Tetsuo (1989) di Shinya Tsukamoto
Perché: ultra-sperimentale nella forma e nel linguaggio (stop-motion, montaggio frenetico, B/N saturo), unico.
7 – El Mariachi (1992) di Robert Rodriguez
Perché: minimo budget per massimo risultato, montaggio/inquadrature/ritmo da fumetto, chitarre, pistole e mex-ploitation.
8 – Sette Note in Nero (1977) di Lucio Fulci
Perché: giallo soprannaturale con un pazzesco ribaltone finale, un rovesciamento a 180° del punto di vista (20 anni prima di Shyamalan).
9 – La Cosa (1982) di John Carpenter
Perché: claustrofobia, virusfobia, freddo polare ed FX sconvolgenti ancor oggi, alla faccia del digitale.
10 – Project A (1981) di Samo Hung
Perché: regia e sceneggiatura al completo servizio della coreografia e degli stunt di un giovane e incosciente Jackie Chan (che va in coma per uno, si riprende dopo pochi giorni e continua le riprese).
lunedì 17 marzo 2008
IL CARTONATO rien ne va plus!
venerdì 14 marzo 2008
100ANIME live in BergamoCity
vi si narrano le iperboliche avventure di NèdNama, demone doppiogiochista che deve recuperare i 100 dannati del titolo fuggiti dall'Inferno e finiti qui sulla Terra (precisamente nella Milano da bere). per risolvere il problema costringerà tre ragazze ad aiutarlo, altrimenti dovrà affrontare la collera di Lucifero in persona...
giovedì 13 marzo 2008
JOE STRUMMER dovrei restare o dovrei andarmene?
il leader/mente dei Clash è morto il 22 dicembre 2002. ricordo ancora l'annuncio mattutino su radiopopolare, quasi in diretta. la sua voce, i suoi testi, la sua musica sono stati, e sono ancora, una delle colonne sonore della mia vita.
ieri ho visto "The future is unwritten" documentario a lui dedicato, del veterano Julian Temple. un buon modo per ricordare e ribadire chi era, ricordare la forza e la determinatezza che ha portato i Clash alla fama mondiale, il loro impegno politico, il coraggio musicale di nascere punk e poi sapersi reinventare, la testarda coerenza con sè stessi, poi il sofferto/improvviso ritiro dalle scene e infine la rentré diginitosa, ma in punta di piedi, coi Mescaleros.
vedere Strummer post-40enne che distribuisce sorridente flyer del suo concerto (coi Mesc) a ragazze per strada che neanche lo riconoscono è un esempio di stile e di vita: una leggenda rimane una leggenda, sempre e comunque. alla fine Joe l'aveva capito: l'ego invecchia, la musica rimane.
quindi sì: dovresti restare. anzi, non te ne sei mai andato.
martedì 11 marzo 2008
PERSEPOLIS la vittoria della sottrazione
Proprio come il fumetto medesimo, anche il film della Satrapi (prodotto e diretto in Francia) è un supremo esempio di sintesi vincente: stilistica, contenutistica, registica.
Un gioiello di chiarezza e semplicità estetica, con trovate grafiche emozionanti (le morti in silouette, i tagli di luce nettissimi, due righe per occhi-naso-bocca a formare visi mai così espressivi) e un grande ritmo dato non solo dalla presentazione degli eventi in sé ma da un'autentica capacità di narrare per sottrazioni. basta una singola inquadratura per rendere tutto l'orrore della repressione di un regime: un gruppo di persone bendate rivolte a noi che cadono una dopo l'altra abbattute da proiettili invisibili ma letali come l'intolleranza.
Furba ma coraggiosa (e coinvolgente) la scelta del B/N in un lungometraggio d'animazione destinato alle sale: il tutto è un racconto in flashback della giovane protagonista che ricorda la sua infanzia e adolescenza all'interno di un aeroporto francese (unica location a colori) prima di decidersi a uscire e cominciare la sua nuova vita, lasciandosi completamente alle spalle i suoi cari e il suo mondo ("la libertà ha un prezzo").
Un paio d'anni fa mi accostai al fumetto con pigrizia e stupido pregiudizio che ho spesso verso le opere impegnate e pluripremiate. prediligo le opere di intrattenimento esplicito con contenuto profondo che però ti devi sforzare tu di trovare.
Persepolis è il contrario: ti sbatte in faccia la realtà dell'Iran estremista degli anni '80 tra bombardamenti e torture ma senza mai perdere il punto di vista sanguigno, ironico e dirompente dell'autrice/protagonista, una ragazzina viva e incazzata che ha bisogno di miti (prima dio, poi marx) ed eroi (lo zio martire ribelle) per sopravvivere e crescere nel mondo. non solo in "quel" mondo, ma nel mondo in generale. e ne ha per tutti: musulmani misogini, ribelli ostinati, suore opprimenti, anarco-nichilisti figli di papà, cani arrapati...
Nel fumetto come nel film l'ironia è amara ma onnipresente. e irresistibile. credo sia stata questa l'arma più forte che ha permesso a Marjane non solo di sopravvivvere ma anche di mettere su carta quello che ha vissuto e mostrarlo al mondo. nel linguaggio semplice, forte e sintetico proprio del fumetto e, a volte, del cartoon. un linguaggio che vive di continue sottrazioni (taglia 'sto dialogo, togli 'sta vignetta, non ci sta nelle pagine, accorcia, taglia e cuci!!!) ma che da esse trae la sua espressività e bellezza.
un linguaggio che, a volte, arriva a tutti.
giovedì 6 marzo 2008
CAMERA A MANO con vista gore
sti. cazzi.
dopo The Descent voto Rec per la miglior "tensione in un horror-movie degli ultimi 10 anni".
insostenibile.
arrivate fino all'attico, se avete coraggio...
bravi Balaguerò/Plaza. fanculo Darkness/Nameless (Fragile bellino).
astenersi deboli di stomaco (anche per le riprese, mai alla cazzo in realtà)
NOTA: "il cameraman e l'assassino" ha dato il vero via al filone docu-fake ("mondi" a parte, che non son film) e non "Blair Witch". a dir il vero, l'Olocausto Cannibale sarebbe il primo, ma ho troppe riserve su quel titolo...
lunedì 3 marzo 2008
MANTOVA COMICS lambrusco e pon-pon
VERSIONE JECKILL
è stata la mia seconda volta e confermo le impressioni della prima: una fiera piccola (relativamente) e giovane (3° edizione, mi pare) ma ben organizzata e interessante. abbastanza editori presenti, cos-player nella norma, flusso medio di gente (il sabato. gli altri giorni scarso, mi dicono) e ospiti "trasversali" di super-spicco. l'anno scorso erano Valentino Rossi + Manara, quest'anno è toccato a Ligabue + Casali&Camuncoli che presentavano la versione a fumetti del suo libro "la neve se ne frega". la cosa ha attirato parecchia gente e sicuramente questo fa bene alle vendite del fumetto in questione. e, magari, anche alle vendite del fumetto in generale, in un periodo di austerity-extreme come questo. attirare l'attenzione con ogni mezzo su qualcosa che, di solito, di attenzione ne ha poca o nulla dovrebbe fare bene. o, almeno, non male.
per il resto: qualche rimpatriata, qualche acquisto (ripongo parecchie speranze in Brubaker e il suo "Criminal". appena leggo, posto), qualche public relation che fa sempre figo e qualche firma sui miei prodotti, che fa più figo ancora. non ho crampi alla mano destra, comunque.
VERSIONE HYDE
l'anno scorso ho conosciuto Brian Michael Bendis, uno dei migliori sceneggiatori di fumetti americani e del mondo, secondo me. è anche parecchio famoso. leggetevi "Powers". era sullo stesso palco che due giorni fa ha accolto il Liga davanti a una folla discretamente oceanica. Davanti a Bendis c'erano 12 persone (non è un modo di dire) me compreso. aveva tutto il diritto di alzare i tacchi e andarsene a suon di luoghi comuni sull'Italia-pizza-mandolino e invece è sceso dal palco, è venuto da noi, ha preso una sedia e ci siamo messi tutti in cerchio a parlare con lui, di lui, di fumetto, di cinema. con una bottiglia al centro si poteva anche giocare al gioco della bottiglia. ora: costui è un eroe e questo è il fumetto. puoi essere uno dei migliori, uno dei più famosi, pubblicare in tutto l'universo, andare in un festival che parla di te e del tuo mondo e ritrovarti a giocare a bottiglia. non è un brutto gioco, ma devi avere le palle quadrate per fartelo piacere (chiedetelo a chi ha limonato una tipa che aveva appena mangiato un torrone). io spero davvero che Rossi o Liga portino più attenzione verso il gioco della bottiglia, ma vedendo la folla di gente che è entrata e uscita in perfetto sincrono con l'entrata e uscita del Mediano più famoso della musica italiana, nutro qualche dubbio. non mi sta sul culo lui, ha fatto cose belle (pur non strappandomi i capelli per il suo genere) e Radiofreccia aveva il suo bel perchè. il "suo" fumetto non l'ho preso pur ammirando il duo Camuncoli/Casali perchè, appunto, non mi strappo i capelli per Ligabue. è sicuramente un buon prodotto, non ho dubbi e comunque non posso esprimermi perchè non ce l'ho. ma quanti fans di Liga che l'hanno comprato compreranno altri fumetti degli stessi autori o di altri? Lo percepiranno come fumetto o come l'ennesimo gadget del loro cantante preferito?