2° Sigillo. Fan o non fan, tutti abbiamo sempre creduto immortale il Re del Pop. Un po’ per le plastiche, un po’ per i 200 milioni di dischi venduti, un po’ per le 50 date tutte londinesi che si apprestava a fare il prossimo autunno nonostante le ultime, recenti, foto che circolavano in rete lo ritraessero in sedia a rotelle con la faccia mummificata. E invece. Tifosi o no, la notizia della morte di un dio fa sempre effetto agli autori di un fumetto che parla di immortalità/potenza di Dei/Divi legata al numero dei loro fedeli/fan. Se non erro Jacko ha iniziato a deperire seriamente dopo il pedo-scandalo con annesso calo dei suoi sostenitori (dalla Pepsi alle teen-ager americane che preferivano ascoltare gli N’sync)…e insomma, tutto ciò ci porta al 2° Sigillo, che in realtà è una Piaga: non pioggia di locuste bensì di più canonica acqua, ma in quantità così industriali da impedirci di fare rifornimento di gas a metà percorso. Dovete sapere infatti che in Francia il gpl è esclusivamente self-service (come il resto d’Europa, Italia esclusa) e la relativa pompa è assolutamente priva di tettoia in qualsivoglia distributore, pare. Provate voi a ficcare il bocchettone a pressione del gpl nell’adattatore del serbatoio della vostra auto, chiuderlo, reggerlo (perché pesa un sacco e se lo mollo mi deforma l’adattatore per la forza di gravità) e contemporaneamente tener pigiato il tasto d’erogazione sulla pompa mentre la pioggia preclude qualunque visibilità nel raggio di un metro. Proseguiamo così a benzina (mavaff!), a 60 all’ora, sotto una pioggia da giorno del giudizio, sulla dritta e larga Autoroute du Soleil.
3° Sigillo. Il tomtom ha ormai implacabilmente spostato il nostro arrivo a Parigi alle 21:30 e di tempo per sparar cazzate in auto ce n’è fin troppo. Esauriti i soliti argomenti (fumetti, parlare dei nostri fumetti, sparlare degli altri fumetti, parlare di donne (Manu) e motori (io), sparlare di donne e motori) finiamo curiosamente a parlare di cibo alle 18:00 in punto. Essendo noi grandi estimatori della cucina francese cominciamo a cantar le lodi della carne di bisonte di Buffalo Grill, ancora impressa nella nostra memoria dall’Angouleme passata. Buffalo Grill: catena francese di steak-house dove son bandite rane e lumache, l’unico posto dell’esagono dove si può urlare hyppi-ya-yè senza esser menati. Com’è come non è, io e Manu cominciamo ad aver seri attacchi di fame con annesse, e improbabili, visioni di Buffali Grill ai bordi dell’autostrada perché, dai, se uno vuole una bistecca di bufalo servita da cow-girls in aperta campagna a 200 km da qualsiasi centro abitato non può essere accontentato? Poco dopo rinsaviamo ed elaboriamo una nuova teoria: Buffalo Grill è sì anche in autostrada ma a pochi km da Parigi, così se un parigino vuole bistecca di bufalo servita da una cow-girl esce un attimo dalla city, paga il pedaggio al casello, trova parcheggio senza problemi, ed è fatta. E invece, avvicinandoci alla ville lumiére, vediamo solo McDonald, F1 Motel e Hippo (??). Ci rassegniamo all’idea di setacciare la metropoli a caccia di Buffalo Grill una volta arrivati e per tutta la notte, se necessario, quand’ecco una visione che non è un miraggio: in autostrada, a pochi metri da noi, ci sorpassa un tir col logo della nostra steak-house francese preferita! Ma è nell’altra corsia! Impostare il tomtom su “segui tir di Buffalo Grill” non è un’idea praticabile. Come non la è quella di Manu di uscire dall’autostrada e seguire il mezzo che “ci porterà per forza a un Buffalo Grill dove ceneremo”.
4° Sigillo. Stanchi e affamati di bisonti arriviamo a Parigi e all’hotel in serata. Il tempo di mollare zaini e speranze culinarie in stanza, ci mettiamo alla ricerca di un parcheggio custodito con l’idea poi di pasteggiar a baguette imburrate quand’ecco il 4° Sigillo, finalmente positivo: un ristorante Buffalo Grill esattamente dietro il nostro hotel! Molliamo l’auto in mezzo alla strada ed entriamo (NB: la foto sopra non è Buffalo Grill ma mi piaceva).
5° Sigillo. Il giorno dopo è una splendida giornata di sole e ci incamminiamo verso la Convention di Ankama dove ci aspetta il boss editore per discutere e firmare il contratto. Ho detto “incamminiamo” perché dalla cartina stampata da google maps vedo che tra il nostro hotel e la fiera ci sono appena due fermate di metrò. Che in Francia significa + o – 7 km in linea d’aria, a ‘sto punto. Oppure la scala della mia mappa è assurdamente sproporzionata. Fatto sta che arriviamo in fiera già stanchi e sudatissimi (il Sigillo più odioso, devo ammetterlo).
6° Sigillo. La fiera è situata nella Hall 5 di 8 Hall che compongono questo spazio fieristico situato a Porte de Versailles. Più che “sala” mi piace definirlo “hangar”: l’immenso parallelepipedo che ospita Ankama è già strapieno di gente la mattina del primo giorno (sabato. finiva domenica). Considerate che: la fiera è dedicata a una sola società, Ankama; è dedicata solo a uno dei suoi settori, i videogame; Ankama non è un colosso mediatico, ma si pone tra le medio-piccole società d’intrattenimento francesi; è fine giugno, tempo di mare non di hangar…sommate tutto e stupitevi come ci siamo stupiti noi appena entrati (col nostro fichissimo braccialetto vip) della fila allo spazio shopping dove si vendevano pupazzi, t-shirt e fumetti (cioè, alle 11 di mattina scaglionavano la gente che voleva un peluche di Dofus!), della distesa di pc tutti occupati da gente che giocava coi prodotti Ankama (nella foto sotto vedete solo una delle distese), della postazione regia per il palco dove si esibivano quelli che abbiamo ritenuto essere l’equivalente dei nostri cosplayer che però ballavano la break-dance e poi rispondevano a domande sulle saghe di Ankama con presentatore e luci da “Chi vuol essere milionario” (da noi i cosplayer li impalano in piazza), dei maxi-schermi coi trailer dei loro videogiochi e animazioni varie, del campo da gioco dove si giocava a quella che ho battezzato “palla-pecora” dove due squadre si tirano un pupazzo a forma, appunto, di pecora e devono fare meta (un sotto-gioco di una loro saga, molto probabilmente), del pupazzone gigante rosso con le trecce che dominava gli stand (che tra due anni verrà sostituito dal pupazzone di Bacchus). Ok, ma il 6° Sigillo? Apprendere che il titolo “DEI” (latino, non italiano, e quindi internazionale) in Francia è più chiaro e meno equivoco di “GODS”, e quindi si tiene “DEI”. Lo sapevate infatti che “GOD” in francese (non so come si scrive, sarà uno slang, comunque si pronuncia così) significa VIBRATORE?
7° Sigillo. Tutto ciò lo apprendiamo nella sala stampa/addetti ai lavori che io preferisco chiamare bunker perché, di fatto, sta sotto l’hangar. È lì che veniamo accolti dal boss e relativi collaboratori, con tanto di tartine, pasticcini, coke e spumantini. Un mega lcd troneggia appeso a una parete e tutti son concentrati sul videogioco a cui si stanno sfidando due creativi. Oooh! È esattamente così che il mio immaginario simpsoniano mi ha sempre descritto gli ambienti dei creatori di videogame: mangiare e giocare! Mancava solo il cestino della spazzatura con sopra il mini-canestro.
In questo clima chiariamo alcuni punti del contratto con Richard (boss) e troviamo non solo una persona disponibile e gradevole, come già notato via mail, dalla voce rochissima e profonda, quasi robotica nonostante l’assenza di macchinetta-da-appoggiare-sulla-gola-per-parlare e in netto contrasto col suo aspetto sano (mai visto fumare nemmeno una sigaretta), il look casual, il modo di fare simpaticissimo, ma anche gioiosamente interessata a curare il nostro progetto. Il vero editore non è quello che mette una firma su un contratto e poi ti paga a consegna lavoro. Il vero editore è quello che firma, paga alla consegna E promuove il tuo prodotto via sito, via stampa, via video, con incontri, dediche e tutto quello che può dare visibilità a ciò che fai. Come editore di fumetti Ankama è ancora giovane (poco più di un anno, credo): significa pochi volumi usciti (e quindi possibilità di spiccare tra di essi), una linea editoriale chiara, solida e non sputtanata dal rigurgito di volumi pubblicati solo per fare scaffale, disponibilità a parlare/trattare con gli autori e voglia di sfruttare il prodotto oltre la stampa (tipo una versione di “DEI” videoludica…forse, magari, in futuro, visto che in questo caso giochiamo, letteralmente, in casa…MA: prima pubblicare, poi vendere, poi stappare champagne).
Che culo, eh? No. Che lavoro. Perché questi contatti/contratti derivano dai pellegrinaggi negli anni in terra francese ad Angouleme, Parigi, Lione, ovunque sia necessario coltivare un buon rapporto con un editore per vendere le proprie idee. Sessioni di dediche con hotel e aerei rimborsati arrivano solo dopo questi gustosi reportage pagati a nostre spese. La cosa bella è che il nostro è il lavoro di rappresentante più surreale che esista…
E infatti il 7° e ultimo Sigillo che viene infranto, quello che sblocca l’Apocalisse, è la firma sul contratto che il buon Richard tiene a specificare “ce n’est pas un pacte avec le diable…hahahah!!!” (“non è un patto col diavolo…hahahah!!!”) detto con la sua spettacolare voce roca e con tutti i presenti che, per la prima volta, distolgono gli occhi dall’lcd e si rivolgono a noi ridendo.
Bè, ragazzi, se abbiamo firmato per una casa editrice che in realtà è una legione di demoni in incognito sulla terra ne siamo più che soddisfatti visto il trattamento e lo spiegamento di mezzi!
Inizia così la nostra collaborazione con Ankama. Un editore con cui lavoreremo a distanza ma a stretto contatto, che ci seguirà passo passo nella creazione del nostro fumetto (dalla sceneggiatura fino al logo in copertina) e dopo nella sua promozione. Perché il culo non esiste. Esiste solo la voglia di sbattersi e l’amore verso le proprie idee. Io e Manu abbiamo entrambe queste caratteristiche.
Al punto che, forse, magari, un domani creiamo un blog apposta per DEI…
In questo clima chiariamo alcuni punti del contratto con Richard (boss) e troviamo non solo una persona disponibile e gradevole, come già notato via mail, dalla voce rochissima e profonda, quasi robotica nonostante l’assenza di macchinetta-da-appoggiare-sulla-gola-per-parlare e in netto contrasto col suo aspetto sano (mai visto fumare nemmeno una sigaretta), il look casual, il modo di fare simpaticissimo, ma anche gioiosamente interessata a curare il nostro progetto. Il vero editore non è quello che mette una firma su un contratto e poi ti paga a consegna lavoro. Il vero editore è quello che firma, paga alla consegna E promuove il tuo prodotto via sito, via stampa, via video, con incontri, dediche e tutto quello che può dare visibilità a ciò che fai. Come editore di fumetti Ankama è ancora giovane (poco più di un anno, credo): significa pochi volumi usciti (e quindi possibilità di spiccare tra di essi), una linea editoriale chiara, solida e non sputtanata dal rigurgito di volumi pubblicati solo per fare scaffale, disponibilità a parlare/trattare con gli autori e voglia di sfruttare il prodotto oltre la stampa (tipo una versione di “DEI” videoludica…forse, magari, in futuro, visto che in questo caso giochiamo, letteralmente, in casa…MA: prima pubblicare, poi vendere, poi stappare champagne).
Che culo, eh? No. Che lavoro. Perché questi contatti/contratti derivano dai pellegrinaggi negli anni in terra francese ad Angouleme, Parigi, Lione, ovunque sia necessario coltivare un buon rapporto con un editore per vendere le proprie idee. Sessioni di dediche con hotel e aerei rimborsati arrivano solo dopo questi gustosi reportage pagati a nostre spese. La cosa bella è che il nostro è il lavoro di rappresentante più surreale che esista…
E infatti il 7° e ultimo Sigillo che viene infranto, quello che sblocca l’Apocalisse, è la firma sul contratto che il buon Richard tiene a specificare “ce n’est pas un pacte avec le diable…hahahah!!!” (“non è un patto col diavolo…hahahah!!!”) detto con la sua spettacolare voce roca e con tutti i presenti che, per la prima volta, distolgono gli occhi dall’lcd e si rivolgono a noi ridendo.
Bè, ragazzi, se abbiamo firmato per una casa editrice che in realtà è una legione di demoni in incognito sulla terra ne siamo più che soddisfatti visto il trattamento e lo spiegamento di mezzi!
Inizia così la nostra collaborazione con Ankama. Un editore con cui lavoreremo a distanza ma a stretto contatto, che ci seguirà passo passo nella creazione del nostro fumetto (dalla sceneggiatura fino al logo in copertina) e dopo nella sua promozione. Perché il culo non esiste. Esiste solo la voglia di sbattersi e l’amore verso le proprie idee. Io e Manu abbiamo entrambe queste caratteristiche.
Al punto che, forse, magari, un domani creiamo un blog apposta per DEI…