martedì 8 settembre 2009

LIE to ME

Ooooooooh…una nuova serie tv da seguire con lo stesso, se non superior, entusiasmo con cui ho seguito nell’annata ’08-‘09 la prima stagione di “Reaper” (la seconda delude un po’), “Dirty Sexy Money” (come il precedente), lo spassosissimo “30 Rock”, il nostrano “Romanzo Criminale” (capolavoro senza precedenti in Italia) e il recentissimo e fulminante “Flics” del maestro del polar Olivier “36 Quai des Orfevres” e “L’ultima missione” Marchal (4 episodi al fulmicotone ambientati in una Parigi dominata da criminali e poliziotti la cui moneta corrente è la corruzione e la morte violenta pura statistica).

“Lie to me” prosegue il trend serie-tv-con-star-del-cinema (vedi i Sutherland padre e figlio rispettivamente in “Dirty Sexy Money” e “24”, Alec Baldwin in “30 Rock”, Glenn Close in “The Shield”…) e vede l’immenso Tim Roth nei panni del dottor Lightman, un super esperto del linguaggio corporeo, quel non-verbale che tradisce anche il bluffatore più abile durante un interrogatorio.
Lightman NON è in grado di scoprire la verità in un caso di omicidio, stupro, furto, eccetera. Non direttamente. Lightman scopre con certezza assoluta se la persona che ha di fronte mente o no. Un’unica, semplice, competenza. E in questo è il migliore, ovvio.

Un accenno di sorriso ai lati della bocca, un movimento degli occhi, la posizione di una mano…il corpo mostra esattamente “ciò che proviamo” e per questo è spesso in contrasto con “ciò che diciamo”. Perché la gente mente, quasi sempre: alla moglie, agli amici, sul lavoro…e durante un interrogatorio dell’FBI per nascondere i più orribili delitti.

Lightman e i suoi fedelissimi sono una sorta di agenzia freelance che di volta in volta presta servizio allo Stato, all’Esercito, all’FBI, ovunque serva far luce su un caso che abbia anche solo un minimo e quasi trascurabile barlume di dubbio. Lightman dipana quel dubbio.
E se considerate che Lightman ha, appunto, la faccia di Tim Roth il gioco è fatto: candido “Lie to me” come miglior serie tv della stagione a venire, in una mia personalissima ed esclusivissima classifica personale. E ho visto solo due puntate! Quelle date ieri sera su Fox. Letteralmente divorate.

Anzi, mi sbilancio. “Lie to me” ha tutte le caratteristiche per diventare il nuovo Dottor House:
- protagonista eccentrico e scorretto il tanto che basta (perché ovviamente Lightman è il primo a mentire per scoprire se qualcuno mente!)
- comprimari all’altezza della tematica: un assistente trent’enne che dice sempre la verità anche quando è imbarazzantissima, una braccia destra buona che contrasta il suo lato cattivo, una novellina appena assunta che ha il dono naturale di leggere i volti della persone e che per questo suscita in Ligthman quell’atavico contrasto ammirazione-irritazione, lui che ha studiato per 20 anni i comportamenti di una tribù africana, lui scienziato del comportamento umano che viene quasi eguagliato da una sbarbatella senza laurea
- plot e sub-plot a incastro (detection principale e detection secondaria) per un ritmo notevole
- casi interessanti e, per quanto possibile dopo mezzo secolo di fiction, originali e poco prevedibili (e qui House gioca in vantaggio: è un po’ più semplice per lo spettatore dedurre l’assassino di un’insegnante di liceo piuttosto che la rarissima malattia congenita di un adolescente con visioni ed emorragie rettali, anche se sappiamo in partenza che non è mai il lupus)
- vita privata e passato del protagonista appena accennati ma già presagi di drammi sotterranei interessantissimi
- regia stilosa e, per quanto possibile dopo mezzo secolo di fiction, poco televisiva: sequenze raccontate dalle inquadrature di monitor di sicurezza, movimenti di macchina frequenti, montaggi analogici tra le espressioni degli indiziati sotto interrogatorio e le equivalenti di personaggi famosi e reali in casi noti (Tyson, Clinton, Saddam Hussein…)

Unico effetto collaterale indesiderato: non riuscirò più a guardare in faccia mia moglie, anch’essa fan da subito della serie in questione nonché attenta apprendista, e dirle “domenica a pranzo dai tuoi cugini? che bellooooo!” risultando credibile.

16 commenti:

Unknown ha detto...

Anche per me sembra interessante, non sono ancora riuscito a vederlo, ma trovero il modo. E poi Tim Roth è Tim Roth, solo lui vale la visione

CREPASCOLO ha detto...

Lie to è apprezzata dai creativi
( vedi anche Diegozilla e Garamond ), un po'come Alex Toth che è un artist's artist.
Non lo abbiamo ancora visto, ma ora siamo curiosi.
Se avessero chiesto il nostro parere, avremmo aggiunto un tocco di realismo e optato per qualcosa di meno rivelatore: Lightman = Lucifero, portatore di verità e luce, anche quando sono scomode. Un angelo caduto intepretato dal simil Buster Keaton pianista sull'oeano. Noi avremmo optato per qualcosa come Bolivar Sotomayor, nato in un sobborgo di Pasadena, sangue cileno, polacco e maltese. Un americano tipo. Interpretato da un inglese che ha recitato al Old Vic.
Ci piacerebbe un corrispottivo italiano, intitolato ''Gambe corte ''.
La polizia di Senigallia ha un consulente, tale Secondo Manella, ex cartomante praticante nella Brera milanese anni ottanta,
ex portaborse di una oscura figura di sfondo cancellata da Mani Pulite, ex talent scout per show con magliette bagnate per un network del tri-veneto. Quando si sospetta qualcuno di ingerenza nel mercato del polipo di San Benedetto o nella sagra della porchetta di Avezzano, se gli inquirenti sono a corto di risorse, entra in scena il nostro Secondo.
Per aggiungere un po' di pepe, potrebbe avere un amico immaginario ( chi non c'è l'ha ? ) al quale chiede lumi - proponiamo Alessandro Haber per il ruolo di Manella e Remo Girone ( temiamo che Servillo costi come una copia di Action Comics n. 1 ) nei panni del Socio Invisibile. Con tante scuse a Sandrone Dazieri.
Siamo disposti a scommettere la nostra copia director's cut delle Iene dove Tim Roth non muore e, provato da quanto ha visto, si ricicla come DJ di una radio che trasmette i grandi successi degli anni settanta che ''Gambe corte '' potrebbe essere il ''mi manda Picone '' del ventunesimo secolo.

alfredo goffredi ha detto...

già, mia madre (che è il mio pusher di serie) mi dice che è una cosa molto meritevole.

poi ovviamente titolo tira titolo...hai visto fringe?

Unknown ha detto...

claudio: sì sì, recuperalo, non te ne pentirai.

crepascolo: o "naso lungo".

alfredo: il tuo pusher ne sa, oh se ne sa.
non ho (ancora) visto Fringe causa pregiudizi verso JJ Abrams. pregiudizi che supererò alla prima occasione di visione.

Officina Infernale ha detto...

Fringe e' mi e' piaciuto un sacco, devi solo superare lo scoglio della prima puntata che e' una mazzata nel senso che e' un po lenta e puo' causare sonnolenza zzzz, poi il resto della serie fila via alla grande...
x lie to me ne avevo sentito parlare tempo fa infatti l'avevo scambiata inizialmente per the mentalist...mettero' il mulo al lavoro...

Andrea Cavaletto ha detto...

Lie to me è molto figo!
:)

Unknown ha detto...

officina: aaargh!!! "the mentalist" è una cagata pazzesca! stanne alla larga! regia piattissima, casi noiosi, "effetti speciali" penosissimi (se son così evitateli, cazzo) e un protagonsita interessante sulla carta (dottore pazzo che cura i pazzi) ma col carisma di una barra inanimata di titanio.

andrea: speriamo solo che sulla lunga distanza gli sceneggiatori non abbiano perso smalto "che tanto c'è Tim Roth". finora l'equilibrio Tim/Sceneggiatura è perfetto.

Gianluca Maconi ha detto...

vado subito a guardarmelo, che son curioso.
una nota alex, confondi the mentalist con mental, che è ignobilissimo.
inoltre, per quanto riguarda Fringe... ma chi ha deciso che geigeiabra-ams è un genio? se possibile questa serie è più piatta e noiosa di Alias. Il suo lavoro su lost e su star trek sono allegramente accidentali a questo punto.

KoTa ha detto...

Son tornato domenica dal Sol Levante e mi son perso le puntate, ma ora rimedio. Però mi sembra presto per candidarlo a migliore serie nuova della prossima stagione, visto che c'è Flash Forward che secondo me ha un potenziale altissimo.

Unknown ha detto...

gianluca: esatto, intendevo "Mental".

kota: bentornato! "flash forward" promette bene, vedremo...

Giangidoe ha detto...

Caro Alex, tocchi un nervo scoperto: da adoratore di Tim Roth, quando ho saputo di questa nuova serie sono letteralmente impazzito.
Purtroppo tornerò in Italia sono a fine Settembre, e spero che nel frattempo mettano qualcosa in streaming della sicuramente arci-curata versione italiana doppiata.
O sennò, comincio a guardare direttamente gli episodi sottotitolati (come del resto sempre più spesso ho fatto negli ultimi anni).
In effetti Mental mi ispirava un pò ma non l'ho ancora visto: quindi ne sto alla larga?

Unknown ha detto...

giangidoe: se ti conosco un pò "Lie to me" ti farà impazzire. se poi lo recuperi in lingua originale forse è meglio: l'unica pecca infatti è il doppiatore di Tim, ma solo perchè non è il suo solito doppiatore. è bravo, ma ho dovuto un pò abituarmi.
"Mental" evitalo, davvero.

Officina Infernale ha detto...

"Lie" tirato giu' la prima serie i 2 giorni, venerdi la inizio, "Mental" a me non era dispiaciuto anche se verso la prima meta' della serie hanno iniziato a tirare via del tipo, lui manco fa piu' delle deduzioni, manco ce guarda piu' alle scene del crimine, quindi non e' che mi faccia impazzire, come Life il pilot lui tutto zen etc poi durante la serie il massimo dello zen e' mangiare una mela in ufficio...capirai...

alfredo goffredi ha detto...

mh...sarà ma finora fringe non mi ha deluso [vero è che avrò visto una manciata di puntate].
abrhams genio? nah. ma infatti la mente di lost, alla fine, è lindelof...e un po' cuse. infatti sono loro che si girano i vari comic-con, cazzi e mazzi compagnia et briscola

Karcinome ha detto...

Alex grazie per la segnalazione.
Ho visto i primi tre episodi e la serie sembra promettere veramente bene.

Anonimo ha detto...

Vi consiglio di leggere "La seduzione delle bugie" di Paul Ekman (Di Renzo Editore)