Jorg Buttgereit, Andreas Schnaas, Olaf Ittenbach…la nicchia della nicchia della nicchia.
Parliamo di gore estremo, indipendente, amatoriale. Quello a cui ti rivolgi, per intenderci, quando hai visto cose che voi umani non potete neanche immaginare…e hai comunque bisogno di rilanciare.
Tra la fine degli ’80 e gli inizi dei ’90 nacque la scuola ultra-gore tedesca capitanata dal sopraccitato Buttgereit, l’unico forse il cui nome dirà qualcosa a qualcuno. Un aiutino: suo il leggendario “Nekromantik” (’87) definito dal padrino del trash mr.John Waters “the first erotic-movie for necrofiliac”, e ho detto tutto (la scritta campeggiava sulla copertina della vhs quando aprii quel tanto agognato pacco arrivato dall’Olanda 12 anni fa…60mila lire di allora…qualità mediocre, probabilmente una copia…eeee quanti ricordi).
Poi arrivò Schnaas con la trilogia “Violent Shit” (il primo davvero ma davvero troppo amatoriale anche per i puristi più estremi, il terzo invece un vero un gioiellino di effettacci caserecci), Ittenbach coi suoi “Black Past” (notevole), “Premutos” (carino)…e insomma questo movimento underground si consolidava ma, come è giusto che sia per sua natura, restava appunto under ground.
Ho dovuto aprire una videoteca specializzata in horror e derivati a fine ’90 per procurarmi alcune di queste chicche (e-ho-detto-tutto).
Poi gli anni passano, i gusti cambiano, si perde un po’ il giro e alcune cose restano piacevoli ricordi. L’importante, credo, sia non rinnegare nulla del proprio passato…
…perché quando ritorna così brutalmente all’assalto delle tue retine hai solo due opzioni:
1- vade retro! ora sono un insegnante di cinema, non cago nulla sotto Altman!
2- figata! ho ancora 20anni nel 2009!
Ebbene, quando ho visto “Dirty Love” ho optato per la seconda.
Diretto da Patricio Valladares (il gore amatorial-extreme non solo è vivo ma ha espanso i propri confini territoriali), sceneggiato da Andrea Cavaletto (gentile fornitore del dvd) e prodotto da VallaStudio, “Dirty Love” è la storia di un fighissimo killer solitario che sembra Iggy Pop travestito da cow-boy (dove cacchio l’hanno trovato!?) e sembra il solito assassino sadico e brutale senza un movente che non sia quello di sollazzare il voyeurismo dello spettatore. Ma quando scopri che le sue vittime non sono solo ragazze carine che fuggono e inciampano in ogni buca dell’asfalto o del parquet cominci a farti delle domande, cosa davvero rara durante la visione di tali pellicole (è un modo di dire, son tutte girate in digitale…). Come ti domandi cosa ci fanno tutti quei trailer di altri film gore che continuano a interrompere la visione con altri personaggi, location, omicidi…e dato che trattasi di dvd amatoriale (senza offesa alcuna) viene da chiederti se hai sbagliato qualcosa quando hai fatto play nel menù principale…magari hai cliccato un'improbabile opzione “capitoli con trailer a random”…oppure hai cliccato “trailer” e stai solo vedendo una sequela di trailer tra cui, appunto, quello di “Dirty Love”…però Iggy Cow Pop continua a tornare…aaargh!!! Che succede?!
“Dirty Love” mi ha fatto capire due cose:
1- il gore non è morto ma è superbamente sopravvissuto come uno zombie infetto e purulento (tradotto: alcune scene sono davvero disturbanti)
2- anche un film gore può essere metalinguistico (sì, hai letto bene) alla faccia di Altman
I miei complimenti vanno quindi in particolare ad Andrea che ha giocato bene sui cliché del genere (trama semplice e dritta come un fuso, killer violento e sopra le righe, torture e omicidi ostentati e reiterati come gli assoli in un disco dei primi Morbid Angel) inserendo però quell’elemento metalinguistico che cambia radicalmente le carte in tavola, scombussola la storia e ti riempie la testa di tutte quelle domande che normalmente non sgorgano spontanee quando stai guardando un tizio che spacca il cranio a un altro tizio a colpi di teschio di toro (sic).
Mi è piaciuto molto questo contrasto tra il gore estremo, che comunque mi aspettavo, e l’idea di base che rende il tutto originale quel tanto da meritarsi una “recensione a modo mio”.
Idea che, ovviamente, non posso rivelare perché rovinerei la sorpresa a chiunque dovesse vedere il film in qualche festival o recuperarlo in qualsivoglia maniera.
Concludo con un pensiero profondo: a chiunque ritenga questo genere degradato, degradante e, nell’accezione più tecnica del termine, ignorante, ricordo che “Bad Taste” non solo è uno dei film più splatter della storia ma è anche il primo, amatorialissimo, film di un certo Peter Jackson, poi Leone d’Argento a Venezia per “Creature del Cielo” e pluripremiato agli Oscar per il suo “Signore degli Anelli” (ma potremmo citare anche Raimi, Cronnenberg…)
…e una frase ad effetto: il Gore è morto, viva il Gore!!!
Parliamo di gore estremo, indipendente, amatoriale. Quello a cui ti rivolgi, per intenderci, quando hai visto cose che voi umani non potete neanche immaginare…e hai comunque bisogno di rilanciare.
Tra la fine degli ’80 e gli inizi dei ’90 nacque la scuola ultra-gore tedesca capitanata dal sopraccitato Buttgereit, l’unico forse il cui nome dirà qualcosa a qualcuno. Un aiutino: suo il leggendario “Nekromantik” (’87) definito dal padrino del trash mr.John Waters “the first erotic-movie for necrofiliac”, e ho detto tutto (la scritta campeggiava sulla copertina della vhs quando aprii quel tanto agognato pacco arrivato dall’Olanda 12 anni fa…60mila lire di allora…qualità mediocre, probabilmente una copia…eeee quanti ricordi).
Poi arrivò Schnaas con la trilogia “Violent Shit” (il primo davvero ma davvero troppo amatoriale anche per i puristi più estremi, il terzo invece un vero un gioiellino di effettacci caserecci), Ittenbach coi suoi “Black Past” (notevole), “Premutos” (carino)…e insomma questo movimento underground si consolidava ma, come è giusto che sia per sua natura, restava appunto under ground.
Ho dovuto aprire una videoteca specializzata in horror e derivati a fine ’90 per procurarmi alcune di queste chicche (e-ho-detto-tutto).
Poi gli anni passano, i gusti cambiano, si perde un po’ il giro e alcune cose restano piacevoli ricordi. L’importante, credo, sia non rinnegare nulla del proprio passato…
…perché quando ritorna così brutalmente all’assalto delle tue retine hai solo due opzioni:
1- vade retro! ora sono un insegnante di cinema, non cago nulla sotto Altman!
2- figata! ho ancora 20anni nel 2009!
Ebbene, quando ho visto “Dirty Love” ho optato per la seconda.
Diretto da Patricio Valladares (il gore amatorial-extreme non solo è vivo ma ha espanso i propri confini territoriali), sceneggiato da Andrea Cavaletto (gentile fornitore del dvd) e prodotto da VallaStudio, “Dirty Love” è la storia di un fighissimo killer solitario che sembra Iggy Pop travestito da cow-boy (dove cacchio l’hanno trovato!?) e sembra il solito assassino sadico e brutale senza un movente che non sia quello di sollazzare il voyeurismo dello spettatore. Ma quando scopri che le sue vittime non sono solo ragazze carine che fuggono e inciampano in ogni buca dell’asfalto o del parquet cominci a farti delle domande, cosa davvero rara durante la visione di tali pellicole (è un modo di dire, son tutte girate in digitale…). Come ti domandi cosa ci fanno tutti quei trailer di altri film gore che continuano a interrompere la visione con altri personaggi, location, omicidi…e dato che trattasi di dvd amatoriale (senza offesa alcuna) viene da chiederti se hai sbagliato qualcosa quando hai fatto play nel menù principale…magari hai cliccato un'improbabile opzione “capitoli con trailer a random”…oppure hai cliccato “trailer” e stai solo vedendo una sequela di trailer tra cui, appunto, quello di “Dirty Love”…però Iggy Cow Pop continua a tornare…aaargh!!! Che succede?!
“Dirty Love” mi ha fatto capire due cose:
1- il gore non è morto ma è superbamente sopravvissuto come uno zombie infetto e purulento (tradotto: alcune scene sono davvero disturbanti)
2- anche un film gore può essere metalinguistico (sì, hai letto bene) alla faccia di Altman
I miei complimenti vanno quindi in particolare ad Andrea che ha giocato bene sui cliché del genere (trama semplice e dritta come un fuso, killer violento e sopra le righe, torture e omicidi ostentati e reiterati come gli assoli in un disco dei primi Morbid Angel) inserendo però quell’elemento metalinguistico che cambia radicalmente le carte in tavola, scombussola la storia e ti riempie la testa di tutte quelle domande che normalmente non sgorgano spontanee quando stai guardando un tizio che spacca il cranio a un altro tizio a colpi di teschio di toro (sic).
Mi è piaciuto molto questo contrasto tra il gore estremo, che comunque mi aspettavo, e l’idea di base che rende il tutto originale quel tanto da meritarsi una “recensione a modo mio”.
Idea che, ovviamente, non posso rivelare perché rovinerei la sorpresa a chiunque dovesse vedere il film in qualche festival o recuperarlo in qualsivoglia maniera.
Concludo con un pensiero profondo: a chiunque ritenga questo genere degradato, degradante e, nell’accezione più tecnica del termine, ignorante, ricordo che “Bad Taste” non solo è uno dei film più splatter della storia ma è anche il primo, amatorialissimo, film di un certo Peter Jackson, poi Leone d’Argento a Venezia per “Creature del Cielo” e pluripremiato agli Oscar per il suo “Signore degli Anelli” (ma potremmo citare anche Raimi, Cronnenberg…)
…e una frase ad effetto: il Gore è morto, viva il Gore!!!
13 commenti:
con l'ultima frase vuoi sottolineare che invecchiando si peggiora? che questo regista deve fermarsi prima di sputtanarsi? o cosa? scherzo! ben tornato dalle vacanze, avevo perso il post precedente!
gianluca, gianluca...le frasi ad effetto, come ben sai, servono a creare effetto, appunto. non è necessario che vengano capite da chi le legge. o da chi le scrive.
Ma cacchio!!!
Ne ho sentito parlare ma non riesco a reperirlo!
Proverò dai Blooddi... se anche loro mi rimbalzano, rimani la mia ancora di salvezza...
per dovere di cronaca: con Violent Shit siamo al numero 4, Nikos the Impaler.
eeecccchè numero 4 per giunta!
dave: mi sa che ti darà qualche dritta lo sceneggiatore, appena ci legge!
greg: e appunto, sono fuori dal giro ormai...ho mollato Schnaas dopo "Antropophagus 2000" (decisamente non esaltante, nonostante il sentito omaggio a Joe d'Amato)
Grazie x la bella rece, Alex!
Poi dico a te a tutti che il film nn si trova xkè deve ancora uscire, ma manca poco, visto che sarà in vendita in Spagna da fine Novembre (credo).
Dico Spagna xkè qui in Italia ovviamente nn lo vedrete MAI (dovrebbero censurare quei 70 min. di film sulla durata totale di 85, quindi...).
Cmq il DVD spagnolo avrà sottotitoli in italiano e sarà in vendita anche online x i tipi della FRIKI FILM DISTRIBUTION...
Terrò aggiornamenti sul mio sito/blog!
Ciao ciao!
Cazzo che ricordi... quelle videocassette pagate tra le 60 e le 80mila lire. Io ricordo ancora il mio primo pacco di vhs brutalmente doppiate (pagate molto meno che gli originali), c'era un Guinea Pig, mi pare Ebola Syndrome e un botto di altra roba putrida tra Giappone e HK. Di Nikos the Impaler possiedo il dvd che, tra parentesi, ho provato per anni a regalare via. peccato che nessuno, e dico nessuno, ha mai accettato. Tanto per farvi capire quanto è brutto quel film.
se nn fosse che ce l'ho, io Nikos me lo sarei preso volentieri... Anche dal brutto si può trarre un po' di ispirazione... poi dai, era una bella orgia di sangue!
Andrea: grazie a te per la visione!
ma: made in japan ricordo una copiaccia di "Evil Dead Trap" in cui faticavo a capire bene cosa succedeva sullo schermo...che figata però! per non parlare dell'emozione provata quando trovai e comprai il guinea pig di Hideshi Hino "Mermaid in a manhole" da Mondo Bizzarro una vita fa a una cifra ragguardevole, divisa, tra l'altro, col mio futuro (e ora ex) socio di Blood.
siamo pazzi, lo so.
Violent Shit 4 sì, Violent Shit 4 no...mi state incuriosendo, maledetti.
Anche io ho una copia schifosa di evil dead trap (xò che figata di film) e ho pure il seguito, che se è + thriller è cmq carino...
VS4 se vuoi te lo passo...
SOTTOSCRIVO TUTTO QUANTO IL POST!
Sotto e scrivo, direbbe il fantasma di Totò.
Jacko è stata la colonna sonora di tanti dei nostri incendi, ma temiamo che la deriva di Thriller abbia portato il fratello Peter su di una strada accidentata. Abbiamo una cultura ottocentesca ed una morale vittoriana e non abbiamo mai accettato quella storia di adolescenti assassine. Qualche anno dopo, quando tutti piangevano al termine del Titanic di Cameron, noi avevamo le lacrime agli occhi perchè non era scomparsa tra i flutti la signora Winslet al posto di quel simpatico ragazzino con il cognome da ovino.
Non accettiamo che tra le morte gore del gore siano annegate le più alte manifestazioni di talento, come Altman di cui ci siamo sempre rifiutati di vedere M.A.S.H. perchè sospettiamo sia l'acronimo di Massacre And Slay Hotel - il Bates motel al confronto, siamo certi, è la pensione Miramonti.
Il cinema si nutre di idee. Senza falsa modestia riteniamo di poter dire la nostra - di seguito un abbozzo di trama della ''nostra'' risposta a Dirty Love: John Waters e Steve Buscemi, gemelli diversi ma neanche tanto, sono una copia di detectives a la Dupont di Tintin. Vestono come i M.I.B. litigano come George e Mildred sono abili come Fearless Fosdick, ma credono di avere l'intuito di Miss Marple e della signora in giallo. Magrolini, vestiti come becchini, battibeccano come i legnanesi.Dave Cronemberg li assume perchè scoprano come sia possibile che James Woods, sebbene sia socio del MENSA e non pasteggi più a cocaina e coca cola, sia passato da Videodrome a Shark.
Waters e Buscemi indagano e scoprono, prima della fine del primo tempo, che Medusa, dea pagana della distribuzione, sta sostituendo le teste più eversive con cloni costruiti dalla sua controllata Mulino Bianco, una sorta di IBM in un incubo di Orwell.
Waters intende informare immediatamente il suo cliente della situazione da fine della civiltà come noi la conosciamo, Buscemi, invece, si lascia sedurre dallo sguardo della dea dalla testa ripiena di bisce e contratta un discreto cachet per Armageddon.
Il secondo tempo si apre con Waters che arriva dal regista della Mosca quando è ormai troppo tardi: Cronemberg è stato sostituito da Bryan Ferry ( in realtà il clone malvagio di Pippo Baudo, ammesso che Baudo sia buono, dai capelli unti - citazione del Kaine della saga di Spider-man ). Nel frattempo, Buscemi crede di essere stato scelto per il terzo round dei Blues Brothers della Touchstone, ma finisce nella rapina delle Iene e nel finale è ucciso con pallottole emostatiche. Non permetteremo che il nostro pubblico debba vedere rosso come in un documentario su Pamplona.
Strano a dirsi, ma non siamo ancora riusciti a trovare un produttore interessato al nostro progetto. Peccato.
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